Che Europa sia!

Un 'Europa in crisi di identità priva di una vera e propria direzione da seguire

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Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un acceso dibattito tra il nostro Presidente del Consiglio e J. C. Juncker intorno alla politica di bilancio adottata dall’Unione Europea, discorso ripreso anche nella recente visita in Italia del Presidente dell’Europarlamento, M. Schulz.

Tralasciando le motivazioni tecniche di questi aspri confronti a muso duro, ciò che emerge, alla luce delle recenti prese di posizione anche in tema di migrazione, è un’Europa con molte teste: ogni Paese si dimostra indisponibile ad accettare scelte condivise, mentre propone proprie politiche campanilistiche per salvaguardare interessi nazionali contro il bene comune europeo.

Che l’Europa sia in crisi di identità, ma direi anche priva di una vera e propria direzione da seguire, è cosa evidente dai fatti di cui sopra, anche in tema di politica economica, oltre che sociale. D’altro canto, il nostro Premier ha perso quel fascino europeistico che sfoggiava durante le sue prime visite nei paesi partner, ricordando anche le parole di apprezzamento nei suoi confronti espresse dallo stesso Cancelliere tedesco, A. Merkel, all’indomani del suo insediamento a Palazzo Chigi. Oggi la pace sembra finita.

Dopo il caso Grecia, protagonista dell’estate del 2015, quest’anno saremo noi al centro delle discussioni, proprio durante la campagna elettorale per le amministrative, quando verrà esaminata la nostra Legge di Stabilità dalla Commissione Europea. Oramai è evidente che serva una manovra aggiuntiva che possa veramente contrastare l’elevato debito pubblico dell’Italia: dopo anni di bilanci facili, oggi siamo chiamati noi a pagare il conto.

Le promesse del Premier di non metter mano nelle tasche degli italiani potrebbe diventare storia dal passato remoto. I continui e assillanti richiami europei sul nostro debito pubblico, il vero fardello da gestire nel prossimo futuro, conditi da indicazioni contrarie all’abolizione dell’IMU e la dura condanna per una spending review inefficace, non sono esternazioni gratuite al nostro Paese, solo per questioni di principio.

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Il controllo dei conti è un valore indeclinabile in tutte le economie, e ce lo dice la crisi, perchè è garanzia di sostentamento ed autonomia finanziaria di un Paese, oltre che capacità di investire nel futuro. Allora, occorre capire quale deve essere l’obiettivo comune. Se si vuole l’Europa, che Europa sia a livello politico, economico, sociale e via dicendo, come unico soggetto pensante e decisionale, incluso anche il nostro Paese.

Condizione sine qua non è la cessione della propria sovranità nazionale a vantaggio di quella europea, creando una sola politica economica, sociale, previdenziale, ecc., piuttosto che fomentare divisioni con i propri distinguo. Altrimenti, sarebbe meglio chiudere questa esperienza priva di efficacia, sterile, portatrice anch’essa di dispendio di energie, soprattutto sprechi di denaro dei cittadini europei.

Nata per portare e mantenere la pace tra le Nazioni europee, deve, oggi, prendere decisioni importanti per capire quale direzione seguire, se la sua sopravvivenza o l’oblio. Ma se si sceglie la prima, ogni Paese (Germania compresa) deve fare la sua parte, sotterrare l’ascia di guerra, e lavorare insieme per superare questa terribile fase dell’economia globale nel migliore dei modi possibili, perchè l’unione delle strategie, delle scelte, delle politiche giuste è la sola che possa permetterci di combattere e superare la crisi.

La perdita della sovranità in tema di bilanci e di risorse pubbliche a vantaggio di politiche condivise a livello europeo potrebbero creare anche quelle giuste situazioni per combattere gli sprechi, lo sperpero di energie economiche e finanziarie, contro il clientelismo, il malaffare generando economie positive per la crescita.

Quel non poter più decidere delle proprie risorse, o il rendicontare il loro utilizzo potrebbe creare un deterrente contro quelle politiche tese ai propri tornaconti personali. Dopo aver capito che la sanità Lombarda non è poi così eccellente come il Celeste la faceva apparire, a causa degli ultimi avvenimenti giudiziari, abbiamo bisogno di liberare il nostro Paese da affaristi e faccendieri che siedono su comode poltrone gestendo il bene pubblico con elevata discrezionalità personale.

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L’Italia perbene, che lavora, che investe, che arranca ogni giorno combattendo con i propri miseri bilanci familiari è stanca di subire ancora soprusi dai soliti furbetti, che cercano di ridurre il nostro Paese in macerie avallati anche dai poteri forti, ammaliatori del popolo con facili promesse dai toni spiccatamente vendoliani. Che Europa sia!  

Tommaso Manzillo