Proseguimento della Rivoluzione: L’Apoteosi della Dittatura
Le sue procedure furono cruente, ma, ancora una volta, nel rispetto delle indicazioni dettate da Lenin.
Il Nemico Designato: La Crociata Contro i Kulak
Questi, nel maggio del 1918, aveva affermato: «Non c’è dubbio il kulak è un feroce nemico del potere sovietico.
O i kulak stermineranno un numero infinito di operai, o gli operai schiacceranno implacabilmente le rivolte dei kulak — che sono una minoranza brigantesca del popolo — contro il potere dei lavoratori.
Non vi può essere via di mezzo.
La pace non è possibile […] questi vampiri hanno accaparrato e continuato ad accaparrare le terre dei proprietari fondiari, e asservono di nuovo i contadini poveri.
Guerra implacabile contro questi kulak. A morte!».
La Via al Comunismo: La Politica Economica di Stalin
Stalin, come già Lenin, era consapevole che proseguire nell’adozione della NEP o attuare il modello di economia mista elaborato da Bucharin non avrebbe realizzato il «comunismo a passo di lumaca», ma avrebbe rigenerato, in tempi più o meno brevi, il sistema capitalistico.
Questo avrebbe significato il trionfo della civiltà borghese, la vittoria dell’Occidente.
In altri termini: l’istituzionalizzazione del Male e la definitiva rinuncia alla «resurrezione dell’umanità».
La Dittatura Staliniana: Il Monopolio del Potere
La politica economica di Stalin era finalizzata, esclusivamente, a scongiurare simile eventualità.
Questa spiegazione trova un’ulteriore conferma nella biografia di Stalin pubblicata dal diplomatico sovietico S. Dmitrievskij.
Questi, nel 1930, in piena fase di collettivizzazione, scriveva:
«L’edificio della dittatura staliniana non può reggersi e realizzare i suoi piani se non detenendo il monopolio assoluto del potere politico ed economico».
Egli constatava, poi, la minaccia rappresentata dai contadini per «l’edificio della dittatura staliniana»:
«la vittoria dei contadini all’interno del paese sarebbe una vittoria dell’Occidente: della sua concezione fondamentale dell’individualismo e del liberalismo nella vita politica».
La Rivoluzione Come Mission
La rivoluzione d’ottobre era stata — volendo adottare l’efficace espressione di Pannekoek — «l’inizio della ribellione asiatica contro il capitale».
Il nuovo ordine, che i bolscevichi stavano edificando, doveva essere «l’unico luogo sociale» entro il quale costituire l’esercito permanente della rivoluzione mondiale.
Il «luogo» dal quale muovere per realizzare la profezia annunciata da Engels — e che. i bolscevichi avevano fatta propria —:
«Diventare templari di questo Graal, cingere ai fianchi la spada permesso e rischiare lietamente la vita nell’ultima guerra santa, alla quale seguirà il Regno millenario della libertà».
Essi avvertivano prossimo, oltre che storicamente predeterminato, quanto annunciato da Engels:
«Si avvicina il giorno della grande decisione, la battaglia delle nazioni, e la vittoria sarà certamente nostra».
Il Proletariato Come Esercito: La Mobilitazione Mondiale
Da tutte le nazioni erano giunti in Russia gli internazionalisti per arruolarsi nell’Armata rossa, per contribuire all’edificazione del nuovo mondo.
I bolscevichi, però, erano convinti di poter contare su un esercito ben più ampio:
il proletariato mondiale.
Il proletariato «esterno» muoveva contro la civiltà capitalistico-borghese fidando, però, sulla secessione del «proletariato interno» della società aggredita.
Significativa, in proposito, l’affermazione di Karl Radek:
«Dal momento che la Russia è il solo paese dove la classe operaia abbia conquistato il potere, gli operai del mondo intero debbono d’ora in poi diventare patrioti russi».
La Guerra Contro il Capitalismo: L’Assalto ai Valori Borghesi
Il nuovo Stato dichiarava la guerra permanente contro i valori e le istituzioni della società borghese.
Il capitale, il mercato, il borghese — come ha spiegato Hobsbawm — non erano per i bolscevichi categorie economiche e sociologiche, ma categorie metafisiche-morali.
Esse erano le forme nelle quali si era incarnato il Male. Come tali andavano distrutte, estirpate alla radice affinchè non potessero mai più rigenerarsi.
La Conquista dell’Utopia: L’Ascesa del Popolo Eletto
I bolscevichi, alla testa del popolo eletto, muovevano alla conquista del mondo per imporre la loro dottrina salvifica su tutti gli uomini.
Per realizzare l’utopia marx-leniniana di società perfetta.
Lo «scontro culturale» fra Oriente e Occidente si era rimaterializzato in guerra.