sabato, Marzo 22, 2025

La Rivoluzione d’Ottobre e il Totalitarismo Sovietico nel XX Secolo

La rivoluzione d'Ottobre e il totalitarismo sovietico del XX secolo. Un dibattito acceso sui suoi effetti storici e politici.

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Deportazioni e Soppresse Autonomie Regionali

Per completare l’elenco delle atrocità, un’ultima nota:

riguarda le deportazioni.

Nel corso degli anni ’40, con il cinico eufemismo della «riunificazione dei popoli fratelli», furono represse le autonomie delle regioni autonome.

Furono soppresse: la Regione autonoma dei karacai, la Repubblica autonoma dei ceceni e degli ingusci.

Furono decise le annessioni delle Repubbliche baltiche e dell’«Ucraina occidentale» (cioè della Polonia orientale).

Le deportazioni interessarono milioni di persone, che, ammucchiate in vagoni per il bestiame, venivano inviate negli Urali.

Scopo delle deportazioni — secondo Geller e Nekric — «era essenzialmente popolare di russi le zone di frontiera e quelle che erano teatro di tensione» .

Prassi del Terrore: Denuncia, Arresto, Tortura, Confessione, Condanna

Per ogni vittima del «Grande Terrore» si ripeteva, con allucinante ritmica ritualità, la stessa prassi ossessiva: denuncia, arresto, tortura, confessione, processo, condanna.

La Denuncia

La denuncia. «Uno degli aspetti più terribili della repressione degli anni ’30

— scrive R. Medvedev —

fu che le masse, fiduciose nel partito e in Stalin, vi furono anch’esse coinvolte. Centinaia di migliaia di semplici e sostanzialmente onesti cittadini, guidati dai migliori motivi, furono coinvolti nella campagna contro i “nemici del popolo”.

Altri milioni di persone vennero avvelenate dal sospetto.

La pretesa staliniana che esistessero organizzazioni clandestine antisovietiche si trasformò in spiomania» .

Non meno efficace la spiegazione di R. Conquest: «Ognuno si trovava isolato, l’opposizione individuale, silenziosa, si trovava davanti gruppi numerosi che chiedevano di far morire “come cani” i capi dell’opposizione, o approvavano il massacro dei generali.

Come poteva sapere se queste richieste non erano genuine, o se lo erano in gran parte? Non si scorgevano segni ne di opposizione ne di neutralità;

l’entusiasmo era il solo fenomeno visibile. Persino i figli e i parenti degli arrestati si levavano a denunciare i loro congiunti».

L’Arresto

L’arresto. Esso poteva avvenire in ogni momento, in ogni luogo, senza alcun mandato.

La Tortura

La tortura.

Inutile soffermarsi nella descrizione delle atrocità fisiche inferte.

Basti sapere che, per gli imputati minori, ai torturatori della NKVD non erano imposti limiti.

Mentre per i dirigenti, che sarebbero dovuti apparire incolumi al processo pubblico, la tecnica di «persuasione» impiegata era il «nastro»:

consisteva nell’interrogare il teste ininterrottamente per giorni senza consentirgli di dormire, mangiare, bere; la tortura veniva interrotta quando il teste forniva una confessione «adeguata e soddisfacente».

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Ludovico Martello
Ludovico Martello
Saggista. Si è laureato in Sociologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autore di numerosi saggi sul processo di Modernizzazione. E' stato ricercatore a contratto presso la Luiss Guido Carli di Roma, ha insegnato Filosofia della politica, con contratto annuale, presso l'Università degli Studi del Sannio. Cofondatore dei magazine web "PoliticaMagazine.info” e "PoliticaMagazine.it”
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