
La rivoluzione del nulla
Lo confesso, sono perplesso. Si, perplesso nel vero senso della parola.
Mi capita difficilmente di essere sgomento dinanzi a questioni politiche, lo ammetto. Forse perché da tempo non sono più preda di vecchi sentimentalismi o di inguaribili romanticherie. Ho imparato da un bel po’ a guardare le cose dal lato meno ingannevole, quello del cuore, per affidarmi alla testa.
Eppure, nonostante tutto, lo devo riconoscere sono perplesso.
Il compito di chi si definisce – parolone grosso- “libero pensatore” è quello di osservare la realtà che lo circonda, il presente, nel modo più distaccato possibile e coglierne, se possibile, attraverso eventi anche impercettibili o apparentemente insignificanti, dei segni premonitori che aiutino a leggere o solo intuire una evoluzione storica.
Ed invece… Son