martedì, Marzo 19, 2024

“Facite ammuina”

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Il particolare momento storico che sta vivendo la Chiesa, la novità di un Papa che rinuncia all’esercizio del Ministero Pietrino ha catturato l’attenzione di tutto il mondo cattolico e non, dei media, occupando grandi spazi nell’informazione pubblica, lanciando in fondo tutte le notizie riguardanti una fiacca campagna elettorale. Un passaggio importante nella storia della Chiesa, proprio mentre il popolo italiano si appresta a scegliere i membri del Parlamento nazionale, per rinnovare entrambe le Camere, in un trambusto generale di promesse elettorali lanciate sul momento, per polarizzare un maggior numero di consensi.

E così sono passati vent’anni, o quasi, da quando furono proclamate per la prima volta queste promesse, e ancora tali sono rimaste. Nel frattempo la nave italiana è stata traghettata da marinaretti che si abbandonavano in festini, appalti truccati, corruzione dilagante, una sanità sempre più malata di malaffare, la presenza di lobby di potere  nei settori dove meno te lo aspetti. Il tutto scorreva liscio tra rassicurazioni di vario genere, e siamo stati convinti di essere una nave di persone benestanti, dove tutto procede per il meglio, non siamo mica la Grecia! Tra le varie distrazioni, la nave si è incagliata nello scoglio del debito pubblico e abbiamo imparato a conoscere lo spread; non siamo affondati, ma la nostra nave si è piegata alle misure europee figlie dell’egemonia tedesca, travolti su di un fianco, mentre la crisi economica ha spiegato tutti i suoi malefici effetti, portando via con se centinaia di migliaia di posti di lavoro, aziende che chiudono, imprenditori che si suicidano, nel silenzio ormai dei media, famiglie che si sgretolano perché non si riesce a sopportare le tante spese di necessità che comporta.

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Si promette il taglio delle tasse, la restituzione dell’IMU sull’abitazione principale, senza illustrare la fonte per finanziare quest’atto di benevolenza. Non riescono a lottare contro il repentino e continuo aumento della spesa improduttiva dell’amministrazione statale, mentre corrono il rischio che questa promessa fiscale possa finire per essere finanziata dall’incremento delle tariffe di energia elettrica e gas, carburanti, e dei prezzi in generale, oltre che con l’aumento dell’IVA dal 1 luglio di quest’anno, provocando un altro enorme calo dei consumi. Le conseguenze sono inimmaginabili.

La nostra sembra una nave dove qualcuno ha dato l’ordine del “facite ammuina” di borbonica memoria (Regno Delle Due Sicilie – Collezione de’Regolamenti Della Real Marina – Anno 1841 n. 266). È un comando ancora attuale che riassume l’inconcludenza di certi marinaretti odierni, che hanno traghettato il nostro Paese verso una deriva pericolosa, dalla quale occorrono enormi sacrifici per uscirne fuori. Nel febbraio del 1841 a Napoli la marina borbonica decretò il “darsi da fare” all’arrivo della visita delle Autorità alle navi, dimostrando una certa alacrità inconcludente, quanto appariscente, simile a questa classe politica che sta sbraitando promesse su promesse per conquistare un privilegio, un vitalizio per se e per la propria famiglia. Questo decreto si rivelò un falso, un invenzione settentrionale per cercare di screditare il meridionale fannullone e scansafatiche, ma il comando può ancora trovare grande attualità in questo delicato momento storico che attraversa la politica italiana. L’impegno per il benessere dell’Italia è dimostrato nelle parole dei soliti leader che parlano, parlano e straparlano, giocando al rilancio di cose da fare: ma, alla fine, di tutto questo rimarranno le parole soltanto, come è sempre stato.

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Fanno eco, invece, e con toni e modalità diverse, le parole del Pontefice Benedetto XVI nel penultimo Angelus di domenica 17 febbraio, all’inizio del periodo penitenziale della Quaresima, le quali vogliono essere un invito a scavare nelle coscienze di tutti, dagli uomini della Chiesa ai membri della società civile, a tutti coloro che hanno sostituito l’”Io a Dio”, l’interesse particolare su quello generale. La degenerazione del capitalismo di smithiana memoria è dovuto proprio alla spinta egoistica dell’homo oeconomicus, che ha dato grande risalto al principio dell’utilitarismo per personali benefici a scapito del perseguimento del bene comune. Purtroppo, la bramosia del facile guadagno nel minor tempo possibile ha trasformato l’economia da scienza per il benessere collettivo a strumento per l’arricchimento personale riservato a pochi individui. Diceva Pellegrino Rossi, come riporta De Cesare, che “ogni epoca ha la sua mania, e quella de’ giorni nostri è di fare una rapida fortuna con uno slancio, e non per gradi”.

La perdurante crisi economica ci proietta davanti le sue cause e il rimedio: bisogna ripensare l’uomo, rimetterlo al centro dell’operare, con il suo bagaglio di bisogni cui dare soddisfacimento per il raggiungimento del bene comune, motore indispensabile per dare uno slancio al sistema. Questo vuol dire che occorre abbandonare la logica del guadagno facile e di breve periodo, la logica dell’individualismo e del relativismo, per abbracciare l’interesse generale attraverso lo spirito della condivisione. In questo confidiamo che il Magistero di Benedetto XVI possa scavare veramente nel cuore delle individualità per ripensare e rifondare l’uomo nuovo nella società nuova.

Tommaso Manzillo

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