martedì, Marzo 19, 2024

Questa è l’ Italia!

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3 minuti di lettura

Quando si è presi da sentimenti contrastanti non è facile trovare l’apertura adatta per un contributo sul nostro Paese. Per questo sarebbe meglio sorvolare ed entrare direttamente in argomento.

I sentimenti contrastanti vengono fuori proprio dalla quotidianità del nostro Paese. Un condannato in via definitiva che continua, con l’appoggio dell’azionista di maggioranza dell’attuale governo, a tessere la tela sulle riforme necessarie all’Italia, sulle quali nemmeno lui stesso è stato in grado di legiferare.

Si parla di legge elettorale come se fosse il toccasana dei nostri problemi, il solito pasticcio all’italiana, che dovrebbe delineare chiaramente il vincitore delle elezioni, cioè tutti e due, maggioranza di sinistra e maggioranza di destra. Quasi a non voler mollare la presa, riuscendo a mascherare i risultati elettorali.

La riforma fiscale non ha mai preso il via, considerate le diverse una tantum dei vari governi. Si presentano con la faccia tosta davanti alle telecamere dei telegiornali per dire che vogliono rimodulare la tassazione sugli immobili e nei mesi precedenti sono stati la “stampella” dei governi votando a favore per IMU, TASI e TARI.

Ma chi vogliono prendere in giro? E parliamo della quota maturata nel mese di TFR che andrà in busta paga ai lavoratori dipendenti: qui è la tentata truffa. Da diversi anni tutti i governi hanno incentrato la loro politica sociale sul rilancio del pilastro della previdenza integrativa allo scopo, appunto, di integrare ciò che manca nella previdenza obbligatoria pubblica, soprattutto per le giovani generazioni che, con i conti attuali, dovrebbero percepire, come prestazioni previdenziali, circa il 40% dell’attuale retribuzione.

Le cose stanno così. Da un lato, con il TFR in busta paga, si rinuncia, non solo a parte delle prestazioni previdenziali future, ma soprattutto alla tassazione separata dello stesso, in quanto l’anticipazione in busta paga fino al 2018 avverrà con la tassazione ordinaria, ossia con l’aliquota marginale.

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Con la conseguenza che tale anticipazione andrà a peggiorare il proprio ISEE, quell’indicatore della situazione economica equivalente, indispensabile per aver diritto alle agevolazioni per la mensa scolastica, le benedette rette universitarie sempre in aumento, asili nido, ecc.

Chi opta per lasciare il TFR in azienda o ai propri fondi pensione, subirà ugualmente l’aumento di tassazione (dall’11% al 20%) dovuto sulle rivalutazioni del montante, ogni fine anno. Da un lato è stata incentivata la previdenza integrativa, mentre dall’altro la si tassa per cercare il giusto equilibrio con le rendite finanziare.

Ma le rivalutazioni del montante contributivo non sono la stessa cosa delle rendite finanziarie provenienti dalle speculazioni, in quanto le prime sono divenute indispensabili per le inefficienze della previdenza statale obbligatoria e non per azzardi di borsa dei lavoratori contribuenti.

E che dire della sentenza del secolo sul caso Eternit, con le assoluzioni per prescrizione del reato (ma sempre di reato si tratta). Le numerose alluvioni che oramai accadono nella nostra penisola, senza trovare le giuste soluzioni con le dovute prese di responsabilità, quando dirigenti comunali sono stati economicamente ricompensati per non essere riusciti a risolvere questi problemi.

Che nessuno si scandalizzi se alcuni italiani ripudiano questo modo di essere Italia, perché non era questo il Paese che volevano costruire i nostri padri, dai cocci della Seconda Guerra Mondiale, che tanti sacrifici in termini non solo economici, ma anche sociali e di vite umane ci è costata.

Che nessuno si scandalizzi se la metà degli italiani ha rinunciato ad andare a votare per far arricchire una classe politica.

Oggi siamo un popolo diverso da quello che è uscito dal Secondo Dopoguerra, e abbiamo quel grado di intelligenza umana che ci permette di comprendere la nullità di questi dirigenti.

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Siamo stanchi di questa Italia e di questo modo di intendere il nostro Paese, e che nessuno si scandalizzi se molti italiani ritornano ad emigrare verso nuove civiltà.

Tommaso Manzillo

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