Il Socialismo etico di Francesco Saverio Merlino

Per gentile concessione dell’autore e della redazione Archivio Storico del Sannio , riceviamo e pubblichiamo volentieri di seguito il saggio del prof. Ludovico Martello Il socialismo etico di Francesco Saverio Merlino ( tratto da Archivio Storico del Sannio anno XII n°1 nuova serie gennaio - giugno 2008 ESI Napoli).

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L’attualità del pensiero di F. Saverio Merlino

    Dopo aver sinteticamente percorso la parabola intellettuale del pensiero di Merlino, ritorniamo, ancora, alla domanda iniziale: << Chi era Francesco Saverio Merlino? Quale era la sua collocazione politica?>>. Egli, come ha più volte affermato, ci teneva ad autodefinirsi << un socialista libertario>>.

    E’ ancora valida, oggi, questa definizione? Merlino stesso la sottoscriverebbe? Non lo sapremo mai. La morte gli aveva impedito di verificarla. La morte gli aveva evitato di assistere a quella follia omicida che, nel nome del socialismo da realizzare, – muovendo dai gulag sovietici, attraversando i campi di rieducazione cambogiani per finire alla rivoluzione culturale maoista –, avrebbe lasciato la scia del sangue di milioni di vittime innocenti. Quella follia omicida che avrebbe trasformato per sempre, irreversibilmente, l’utopica espressione socialismo libertario da un anelito di speranza in un inconciliabile, tragico ossimoro.

    A questo punto risulta evidente l’impossibilità di costringere Merlino in un definitivo acronimo di una sigla partitica. Eppure resta l’esigenza di un’ interpretazione del suo lascito politico, del suo messaggio alle generazioni future. Proviamo ad interrogare, in proposito, il magistero di Norberto Bobbio.

    Bobbio, in uno scritto del 1994 sul liberalsocialismo, raccolto poi in Teoria generale della politica [54], dopo aver tracciato un sintetico profilo di Merlino, lo indica come precursore del socialismo liberale in Italia.<<Non pare che Rosselli – spiega Bobbio – conoscesse l’ opera di Merlino, il che può spiegare perché il nome di questo singolare precursore abbia avuto così poca risonanza nel dibattito sul socialismo liberale che si svolse in Italia attraverso il Partito d’ azione, la cui ala socialista e liberale si rifaceva esclusivamente a Rosselli e Calogero. esclusivamente a Rosselli e a Calogero. Dall’anarchico Berneri gli venne infatti rimproverato di credersi originale perché non aveva tenuto conto del pensiero dei socialisti anarchici, tra cui Merlino. Da notare, inoltre, che Merlino anticipò Rosselli anche nella critica al marxismo, inteso come concezione deterministica della storia, onde la sua conclusione che il socialismo non è il rovesciamento del liberalismo ma ne è lo sviluppo e il superamento. Il socialismo era in sostanza per Merlino il liberalismo finalmente realizzato.>>[55]

    Ecco, finalmente, possiamo conferire una precisa identità politica a Merlino: il precursore del socialismo liberale in Italia. Ma il so   cialismo liberale non è anch’esso un ossimoro linguistico e politico? Pare proprio di si. << Non è stato un caso – spiega ancora Bobbio – ma quando si è voluto dare un titolo al dibattito in corso sul liberalsocialismo, sono stati usati due termini dotti: ossimoro e sintesi. Ma nella sfera della politica democratica ci sono non ossimori ma alternanze, non sintesi ma compromessi.

    Credo – sostiene Bobbio, proseguendo nella sua esposizione – che la risposta debba cercarsi nell’essere, tanto il socialismo liberale quanto il liberalsocialismo, costruzioni dottrinali e artificiali fatte a tavolino, più verbali che reali. Si è trattato di una composizione il cui significato storico come reazione, per un verso, a un liberalismo asociale e, per un altro verso, a un socialismo illiberale, è innegabile. Ma il suo valore teorico è tuttavia debole.>>[56]

    Ed ecco, infine, una serie di affermazioni, pronunciate da Bobbio, che Merlino certamente condividerebbe e che noi possiamo accettare come suo testamento politico: << Mi pare – conclude Bobbio – che si cammini con i piedi un po’ più per terra se, invece di due “ismi”, si parla di libertà e di eguaglianza. Di fronte agli enormi problemi che ci sono di fronte, che sono problemi non della nostra società dei due terzi ma della società globale, che è quella dei nove decimi, parlare di problemi di libertà e di problemi di eguaglianza è forse meno pretenzioso e anche più utile: di libertà per tutti i popoli, e sono la maggior parte, in cui non vi sono governi democratici, e di eguaglianza rispetto alla distribuzione della ricchezza. Se vogliamo dire che i due problemi rinviano, il primo, alla dottrina liberale, il secondo, a quella socialista, diciamolo pure. Ma io mi riconoscerò meglio, anche emotivamente, nel motto: “Giustizia e Libertà”.>>.[57]

Ludovico Martello

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