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Perché solo in Italia il clero detta legge?

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Il Sole24Ore-domenica”, 15 gennaio 2012

Dall’orizzonte italiano difficilmente ci si rende conto di come sia singolare l’atteggiamento della Chiesa cattolica nel nostro paese di fronte alle sfide della modernità che riguardano la nostra vita, dalla nascita alla morte, dalla vita sessuale ai rapporti interpersonali. In nessun altro paese europeo la dottrina religiosa ha un ruolo tanto preponderante nelle scelte bioetiche, e la Chiesa influenza così radicalmente le decisioni politiche e gli orientamenti istituzionali. La linea antimoderna si è consolidata all’epoca delle rivoluzioni costituzionali quando la Chiesa romana è arretrata di fronte ai due grandi nemici che si affermavano in Europa contro gli Ancien Regime, lo Stato moderno e il liberalismo democratico. E’ quel che si legge ne La Chiesa contro. Dalla sessualità all’eutanasia: tutti i no all’Europa moderna, saggio illuminante a doppia firma di Sergio Romano per la parte storica, e di Beda Romano sulle recenti questioni bioetiche.

Dopo la stagione tardo-settecentesca in cui i gesuiti furono cacciati da molti Stati europei, la Chiesa cattolica tentò di resistere al costituzionalismo liberale che si presentava in forme diverse. In Svizzera la costituzione del 1848 creò lo Stato federale laico senza distinzione tra cattolici e protestanti; in Germania negli ultimi decenni dell’Ottocento, Bismarck edificò lo Stato moderno in cui la sovranità non poteva essere che quella unica della legge senza privilegi per le chiese; in Francia all’alba del Novecento, il governo Combes varò le leggi laiche che chiusero definitivamente la crisi reazionaria del caso Dreyfus; e in Italia, nel quarantennio liberale del regno sabaudo, furono affermate le libertà di culto, espropriati i beni ecclesiastici, introdotto il matrimonio civile, ed archiviate le illusioni nostalgiche del potere temporale immaginate dal cardinal Rampolla, candidato papa nel 1903.

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Nel Novecento la resistenza della Chiesa alla modernità liberale prende il nome di ‘Concordato’. Quello del 1929 tra la Santa Sede e l’Italia fu un modello seguito da altri paesi autoritari, in primo luogo dalla Germania nazista. Scrive Sergio Romano “Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale, Pio XII appena eletto papa, dovette compiacersi del fatto che la Chiesa avesse nel suo arsenale accordi internazionali di cui avrebbe potuto invocare l’osservanza. Ma dei concordati è possibile servirsi soltanto accettando la prospettiva dei compromessi e degli accomodamenti”. Nel secondo dopoguerra, grazie all’inserimento dei Patti lateranensi nella Costituzione repubblicana, la Chiesa ha potuto giocare in Italia su due tavoli, quello religioso con il magistero spirituale, e quello del potere concordatario volto ad ottenere privilegi materiali ed a condizionare la vita istituzionale. A poco sono valse le aperture pluraliste e tolleranti del Concilio vaticano II di Giovanni XXIII, perché sono state successivamente revocate da Giovanni Paolo II e, ancor più, da Benedetto XIII, i quali hanno rimesso al centro della dottrina religiosa e dell’azione civile la battaglia contro il relativismo. Un atteggiamento intransigente che ha portato la Chiesa ad arroccarsi su “un nucleo di verità, precetti e norme morali su cui non si può accettare compromessi… Il guaio è che la parola relativismo per Benedetto XVI è il continuo fruscio di idee, teorie e mode intellettuali che svolazzano come falene intorno alla fiamma eterna della Verità”.

Nella seconda parte di La Chiesa contro Beda Romano illustra le soluzioni che i diversi paesi hanno dato ai nuovi diritti civili posti dalla modernità. La Francia ha istituito alla fine degli anni novanta il Pacte civil de solidarieté offrendo così una soluzione a centinaia di coppie eterosessuali ed omosessuali alla ricerca di un ombrello giuridico che potesse regolare meglio la loro coabitazione. Vi ha contribuito la costituzione del 1958 in cui l’art’1 “La Francia è una repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale” sancisce non solo che lo Stato si dichiara laico, ma persegue anche la neutralità religiosa. Del resto la netta separazione tra Stato e Chiesa, agli antipodi dei modelli concordatari, vige in gran parte dei paesi occidentali, tra cui in Olanda e negli Stati Uniti dove è stata introdotta dalle costituzioni settecentesche.

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Quel che più stride in Germania è il contrasto sul matrimonio dei sacerdoti per la possibilità del paragone diretto tra protestanti e cattolici. La Chiesa evangelica non solo permette al pastore di essere sposato e di avere una famiglia, ma consente alle donne di diventare sacerdote, mentre la Santa sede definisce ‘sacro’ e intoccabile il valore del celibato. Della Spagna si segnala il successo nei trapianti degli organi, così come una serie di altri provvedimenti: il matrimonio tra omosessuali è legge dal 2005; la possibilità di introdurre qualche forma di eutanasia è discussa pubblicamente; il divorzio è stato facilitato; e le norme sull’interruzione volontaria della gravidanza sono state ampiamente liberalizzate.

In Gran Bretagna, dove vige il principio liberale secondo il quale tutto è permesso salvo quello che è specificamente vietato, la ricerca sulle cellule staminali è completamente legalizzata con il limite della clonazione umana dichiarata “eticamente inaccettabile”. Sull’origine della vita umana si fa riferimento al Warnock Report del 1984, secondo cui la vita umana inizia soltanto 14 giorni dopo l’unione tra lo spermatozoo di un uomo e l’ovulo di una donna, quando si forma un primo embrione dopo un processo di due settimane, necessario per completare l’impianto nell’utero. L’Olanda è stato il primo paese a legalizzare nel 2001 l’eutanasia, a permettere cioè a un medico di uccidere una persona attraverso l’iniezione di una sostanza mortale, mentre la legge federale svizzera prescrive che la persona che decide di uccidersi abbia la capacità di agire e discernimento.

Scorrendo questo panorama, ci si interroga come mai sulle questioni bioetiche – procreazione assistita, testamento biologico, eutanasia, ricerca sulle cellule staminali, omosessualità – l’Italia viva oggi in un regime semi-integralista distante dall’Occidente e condizionato in senso illiberale dal Vaticano. La risposta sta anche nella nostra classe politica che è più debole e più opportunista di quella con cui la Chiesa deve trattare negli altri paesi dell’Europa cristiana.

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Sergio Romano, Beda Romano, La Chiesa contro. Dalla sessualità all’eutanasia: tutti i no all’Europa moderna, Longanesi, 2012, pagg. 250.

Massimo Teodori

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