La religione come tema universale e complesso
La storia delle religioni, pur essendo parte integrante della storia dell’umanità, include anche le origini storiche della vita religiosa negli Stati Uniti d’America.
Resta una disciplina spesso trascurata, nonostante l’impegno dell’editoria internazionale che propone numerosi titoli capaci di offrire spunti illuminanti.
In molte culture, l’attenzione tende a concentrarsi sulla propria tradizione religiosa, talvolta con scarsa apertura verso quelle altrui.
Questo atteggiamento può generare incomprensioni e giudizi sommari, soprattutto quando le differenze religiose si intrecciano con questioni etiche e sociali.
Per comprendere la vastità e la complessità del fenomeno religioso, è utile fare riferimento al Manuale di storia delle religioni (Laterza), curato da C. Filoramo, M. Massenzio, M. Raveri e P. Scarpi. Il volume esplora:
- I politeismi del mondo antico (Mesopotamia, Egitto, Grecia, Roma, Celti, Germani)
- Le religioni monoteiste e dualiste (Zoroastrismo, Giudaismo, Cristianesimo, Islam)
- Le vie di liberazione spirituale (Induismo, Buddhismo, Taoismo, Shinto)
- La religione nella cultura moderna e i nuovi movimenti religiosi
Questa panoramica evidenzia un pluralismo religioso vasto e articolato, difficile da sintetizzare in schemi semplici o universalmente condivisi. Tuttavia, proprio questa diversità rappresenta una ricchezza culturale che merita studio, rispetto e dialogo
L’arrivo degli europei nelle Americhe
La cosiddetta “scoperta” delle Americhe nel 1492 segnò l’inizio di una fase intensa di esplorazione e colonizzazione da parte delle principali potenze europee: Inghilterra, Francia, Spagna e Portogallo.
Questi paesi erano mossi da interessi economici e strategici, attratti dalle ricchezze promesse dal nuovo continente.
In questa fase iniziale, le popolazioni indigene non furono oggetto di particolare attenzione né rispetto, anche perché l’antropologia — disciplina che avrebbe permesso una comprensione più profonda delle culture locali — era ancora sconosciuta.
I colonizzatori portarono con sé le proprie tradizioni religiose, non solo come espressione culturale, ma anche come strumento di legittimazione delle imprese coloniali.
La religione serviva a motivare i cittadini europei a partecipare alle spedizioni e a giustificare l’insediamento in terre lontane.
Spesso senza considerare le credenze spirituali già presenti tra le popolazioni autoctone.
Le prime tensioni religiose e la voce di Las Casas
Durante le prime spedizioni europee nelle Americhe, gli esploratori non documentarono in modo sistematico le tensioni religiose, anche se è probabile che esse abbiano avuto un ruolo significativo.
La religione, infatti, accompagnava spesso le imprese coloniali, offrendo sostegno morale ai coloni e fungendo da strumento di legittimazione nei confronti delle popolazioni indigene.
Alti funzionari religiosi partecipavano alle spedizioni, benedicendo gli esploratori e contribuendo a diffondere i valori spirituali delle potenze europee.
Una delle voci più autorevoli e critiche di quell’epoca è quella di Bartolomé de Las Casas.
Denunciò gli abusi subiti dagli indigeni e si batté per il loro riconoscimento umano e spirituale.
Le sue opere, tra cui De Regia Potestate e Brevissima relación de la destrucción de las Indias (tradotta in italiano da Mondadori nel 1991), rappresentano una testimonianza preziosa.
Gli editori hanno raccolto la sua produzione in Las Obras completas.
“Hanno raccolto la sua produzione in Las Obras completas.
Pubblicata in 14 volumi da Alianza Editorial nel 1992, e continua a offrire spunti di riflessione sul rapporto tra religione, potere e giustizia nel contesto coloniale.
Las Casas e la difesa degli indigeni
Bartolomé de Las Casas si impegnò con forza per tutelare le popolazioni indigene dell’America del Sud, opponendosi allo sfruttamento e ai lavori forzati cui erano spesso sottoposte.
Le autorità religiose del tempo, compreso il Papa, non compresero pienamente la sua visione, incentrata sul rispetto della dignità umana, poiché consideravano gli indigeni come ‘selvaggi’ da civilizzare prima di evangelizzarli.
Paradossalmente, le sue denunce contribuirono all’introduzione di schiavi africani, ritenuti più adatti ai lavori pesanti, sostituendo così gli indigeni nelle attività più faticose.
Nel tempo, la presenza di religiosi cristiani di diverse confessioni contribuì alla diffusione di modelli religiosi europei nelle Americhe.
I gruppi etnici colonizzarono le varie regioni degli Stati Uniti e diedero forma a un sentimento religioso diversificato, espressione delle loro radici.
L’espansione dei gruppi etnici nelle regioni statunitensi contribuì alla formazione di un’identità religiosa multiforme, strettamente legata alle rispettive origini culturali.
Ancora oggi, è possibile riconoscere le influenze religiose storiche nelle diverse aree del paese, segno di una stratificazione culturale profonda e duratura.
I Padri Pellegrini e il Puritanesimo
Nel 1620, i Padri Pellegrini sbarcarono a Plymouth portando con sé un ideale religioso ben definito. Erano Puritani, appartenenti a correnti del protestantesimo inglese influenzate dal pensiero calvinista, e cercavano la libertà di culto.
La loro visione si fondava su una lettura personale della Bibbia, indipendente dalle interpretazioni ufficiali delle istituzioni religiose. Questo approccio valorizzava la responsabilità individuale e promuoveva una disciplina morale rigorosa.
Un esempio emblematico della cultura puritana è il romanzo La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne.
La comunità punisce pubblicamente Hester Prynne per adulterio, costringendola a portare una lettera ‘A’ sul petto come simbolo della sua colpa.
Il reverendo Dimmesdale, padre della bambina, vive invece nel tormento del suo segreto.
Il romanzo evidenzia come la rigidità morale dell’epoca influenzasse profondamente il comportamento sociale, anche quando la responsabilità era condivisa o non pienamente riconosciuta.
Quaccheri, Congregazionalisti e la tolleranza religiosa
Nel corso del XVII secolo, accanto ai Puritani, giunsero in Nord America altri gruppi protestanti perseguitati in Europa.
I Congregazionalisti, discendenti dei Puritani del New England, si stabilirono nel nord-est degli Stati Uniti e formarono comunità religiose autonome e radicate.
Un ruolo particolarmente significativo fu quello dei Quaccheri, noti per il loro impegno in favore della tolleranza religiosa e del pacifismo.
La loro presenza si concentrò soprattutto in Pennsylvania.
Stato fondato da William Penn nel 1681, dove promossero una visione spirituale inclusiva e non violenta, indipendente dalle influenze politiche.
Ancora oggi, i Quaccheri sono considerati un punto di riferimento per chi sostiene ideali di pace e convivenza, e la loro testimonianza storica continua a ispirare movimenti pacifisti negli Stati Uniti.
Le confessioni religiose lungo la costa atlantica
I coloni affermarono lungo la costa atlantica diverse confessioni protestanti, tra cui Battisti e Presbiteriani, durante la colonizzazione degli Stati Uniti.
Questi ultimi, in particolare, ebbero un ruolo rilevante non solo nella vita religiosa, ma anche nelle amministrazioni locali, dove contribuirono allo sviluppo di politiche considerate progressiste per l’epoca. Molti presbiteriani si distinsero anche nel settore commerciale e industriale.
I fedeli della Chiesa Anglicana, che negli Stati Uniti assunsero il nome di Episcopali.
Si concentrarono prevalentemente negli stati meridionali come Virginia, Carolina del Nord, Carolina del Sud e Georgia.
Nel corso del Settecento, con l’evoluzione della società coloniale verso una maggiore eterogeneità, si sviluppò un crescente pluralismo religioso. Questo contesto favorì la nascita dei primi movimenti evangelici, che avrebbero avuto un impatto duraturo sulla spiritualità americana.
Il Primo Grande Risveglio e l’onda evangelica
Nel corso del XVIII secolo, nuovi gruppi etnici come luterani tedeschi, riformati olandesi, metodisti e moravi (originari della Moravia, nell’attuale Repubblica Ceca) contribuirono alla crescente diversità religiosa nelle colonie americane.
Tra il 1730 e il 1740 si sviluppò un intenso movimento spirituale noto come Primo Grande Risveglio (First Great Awakening), caratterizzato da predicazioni appassionate e da un rinnovato fervore religioso.
Due figure centrali di questo periodo furono i teologi calvinisti Jonathan Edwards e George Whitefield, il cui impatto sulla religiosità americana è ancora percepibile oggi.
Il loro messaggio, incentrato sulla conversione personale e sulla responsabilità morale, ha influenzato profondamente la cultura religiosa degli Stati Uniti.
Un esempio emblematico è il celebre sermone di Edwards, Sinners in the Hands of an Angry God (Peccatori nelle mani di un dio arrabbiato), che per lungo tempo fu considerato una lettura fondamentale nelle scuole americane.
L’eredità di questo risveglio spirituale si riflette anche nei movimenti evangelici contemporanei.
Alcuni dei quali hanno avuto un ruolo significativo nel dibattito pubblico e politico, come dimostra il sostegno di Franklin Graham — figlio del noto predicatore Billy Graham — a figure politiche di rilievo.
Le tredici colonie e l’espansione verso ovest
Con la Rivoluzione americana del 1776, la Costituzione del 1787 e il Primo Emendamento del 1791, nacquero ufficialmente gli Stati Uniti d’America, inizialmente composti da tredici colonie storiche.
Queste si suddividevano in:
- Colonie del New England: Massachusetts, Connecticut, Rhode Island e New Hampshire
- Colonie centrali: New York, New Jersey, Pennsylvania e Delaware
- Colonie meridionali: Maryland, Virginia, Carolina del Nord, Carolina del Sud e Georgia
Questa configurazione avrebbe potuto segnare il confine degli Stati Uniti, ma gli eventi storici spinsero verso un’espansione ulteriore.
Nel 1803, gli Stati Uniti acquistarono dalla Francia, per circa 15 milioni di dollari, il vasto territorio che oggi costituisce il Midwest, con il celebre Louisiana Purchase.
Successivamente, nel 1848, con il Trattato di Guadalupe Hidalgo, gli Stati Uniti acquisirono anche il Sudovest dal Messico.
Espandendo ulteriormente i propri confini e consolidando la propria presenza nel continente “from sea to shining sea,” come si suol dire da oceano Atlantico ad oceano Pacifico.
Il conseguimento di questo progetto complesso spettò a James Knox Polk (1795-1849) durante il suo mandato di presidente che iniziò il 4 marzo, 1845 e si concluse il 4 marzo 1849.
Si suol dire che il progetto gli costò caro dal momento che passò a miglior vita il 15 giugno di quello stesso anno 1849.
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Religione, conquista e il mito dell’espansione
L’espansione delle originali colonie degli Stati Uniti prima nel cosiddetto Midwest.
Poi in tutto il sudovest interessa moltissimo il nostro modesto e semplice sguardo alle tradizioni religiose statunitensi.
Per la semplice ragione che le forze politiche e militari delle originali sedici colonie venivano a scontrarsi con la potente Francia.
Tradizioni politiche e religiose secolari prima e poi con l’ormai cattolico Messico molto indebolito dalla sua guerra di indipendenza con la grande potenza mondiale che era la Spagna.
Al modello “cristiano” delle originali sedici colonie l’espansione non veniva generalmente presentato se non come un diritto delle colonie di eseguire tutto ciò che veniva considerato necessario dai leader politici e militari per la sicurezza delle loro popolazioni.
La vita religiosa delle popolazioni che essi rimpiazzavano non aveva, a quanto pare, alcun impatto sugli statunitensi di allora. Molto spesso le motivazioni di tante guerre e conquiste territoriali non venivano pubblicizzate se non come il semplice concetto di GO WEST!
cioè continua a conquistare ed esplorare.
Ma il cittadino medio era poco informato.
Ma è chiaro che il religioso Quacchero della Pennsylvania o altrove rimaneva pacifista e contrario ad ogni violenza.
Pur non avendo alcun potere politico sostanziale per fermare la volontà prevalente di conquista e di violenza contro popolazioni indigene.
Il Primo Emendamento e il pluralismo religioso
L’approvazione del Primo Emendamento nel 1791, che sancì la separazione tra Stato e Chiesa, rappresenta un momento fondamentale nella storia degli Stati Uniti. Questo principio favorì lo sviluppo di un sistema politico e sociale aperto al pluralismo religioso, permettendo alle diverse confessioni di coesistere e prosperare.
Tra le principali tradizioni religiose presenti all’epoca si trovavano:
- I protestanti evangelici, tra cui Battisti, Metodisti, Presbiteriani e Congregazionalisti
- Gli Anglicani, che negli Stati Uniti assunsero il nome di Episcopali, con forte presenza negli stati del Sud
- Piccole comunità ebraiche, concentrate soprattutto a Charleston e New York
- I cattolici, ancora minoritari, ma presenti in Maryland e Louisiana, quest’ultima acquisita nel Louisiana Purchase del 1803
Con l’espansione verso il Midwest nel primo Ottocento, si sviluppò il Secondo Grande Risveglio (Second Great Awakening), un movimento religioso che diede origine a nuove chiese e rafforzò la diffusione delle confessioni evangeliche, soprattutto tra le classi popolari e rurali.
Il Metodismo e l’impegno sociale
Il Metodismo, fondato nel Settecento in Inghilterra dal predicatore John Wesley, è un movimento religioso e sociale che si distingue per l’enfasi sulla santificazione: un percorso di crescita spirituale che si riflette anche nell’impegno concreto verso la società.
Sin dalle sue origini, il Metodismo ha promosso azioni a favore delle persone più vulnerabili, opponendosi a forme di discriminazione, ingiustizia sociale e sfruttamento economico.
Negli Stati Uniti, i metodisti si sono schierati contro lo schiavismo, l’apartheid e hanno sostenuto i diritti dei lavoratori, in linea con gli ideali già affermati da Wesley in Inghilterra.
Queste posizioni progressiste si sono spesso scontrate con una società che, in particolare negli stati del Sud, aveva tollerato la schiavitù come pratica legittima, anche sul piano religioso e istituzionale.
In Italia, il Metodismo è rappresentato all’interno dell’Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste, una comunità cristiana protestante aperta a chiunque cerchi un cammino di fede fondato sulla libertà, la solidarietà e l’impegno sociale.
Nuove denominazioni autoctone: Mormoni e altri movimenti
Durante il Secondo Grande Risveglio, emersero negli Stati Uniti nuove confessioni religiose autoctone, tra cui:
- Mormoni
- Avventisti
- Chiesa dei Discepoli di Cristo
- Chiese di Cristo
Questi movimenti si caratterizzano per una struttura ecclesiastica ispirata al modello apostolico e per una forte vocazione al proselitismo.
Il Mormonismo, in particolare, si fonda sulla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, istituita da Joseph Smith nel 1830.
La dottrina mormone si basa sul Libro di Mormon, che propone visioni teologiche differenti rispetto al cristianesimo tradizionale, soprattutto in merito alla Trinità, e attribuisce alla famiglia un ruolo centrale nel percorso di salvezza.
Un tratto distintivo dei Mormoni è l’attenzione alla genealogia e alla ricerca degli antenati, considerata parte integrante della loro spiritualità e della connessione intergenerazionale.
Nuove confessioni autoctone e il ritorno di Cristo
Nel contesto del Secondo Grande Risveglio, emersero negli Stati Uniti nuove confessioni religiose autoctone, ciascuna con caratteristiche distintive.
Gli Avventisti del Settimo Giorno si contraddistinsero per l’osservanza del sabato come giorno di riposo e per la forte enfasi sull’imminente ritorno di Gesù Cristo.
La Chiesa dei Discepoli di Cristo contribuì alla nascita di comunità cristiane locali, con una struttura ecclesiastica autonoma e una leadership religiosa radicata nel territorio, spesso in dialogo o in contrasto con altre confessioni.
Un’altra corrente significativa è quella delle chiese unitarie e universaliste, che si distingue per una teologia più aperta e strutturata, in contrasto con gruppi religiosi improvvisati o privi di solide basi dottrinali.
Infine, le Chiese di Gesù Cristo rappresentano un insieme eterogeneo di comunità che evitano una denominazione precisa, rivendicando una fede basata esclusivamente sulla Bibbia.
La lettura personale del testo sacro, guidata dallo Spirito Santo, è considerata fondamentale per la vita spirituale.
Mega Chiese, Mormoni e religiosità americana
Origini storiche della vita religiosa negli Stati Uniti d’America
Nel panorama religioso statunitense contemporaneo, alcune confessioni autoctone come gli Unitariani e gli Universalisti si distinguono per un orientamento più razionalista e liberale, spesso in contrasto con le visioni più conservatrici e tradizionaliste.
Queste tensioni si riflettono anche nella crescente popolarità delle cosiddette Mega Chiese, frequentate da molti evangelici, caratterizzate da ambienti festosi, musica dal vivo, e una forte componente scenografica e sociale.
Il Mormonismo, con la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, rappresenta una forma di religiosità autoctona profondamente radicata nella cultura americana.
Fondata da Joseph Smith, questa confessione ha sviluppato una visione spirituale che valorizza la famiglia, la disciplina comunitaria e una certa idea di popolo eletto, con una forte presenza nello stato dello Utah, dove Salt Lake City è considerata una capitale religiosa.
Nonostante le critiche ricevute — legate a questioni come la condizione della donna, la poligamia e altri aspetti controversi — il Mormonismo ha continuato a crescere, anche grazie alla sua capacità di promuovere attività economiche ed imprenditoriali.
Neanche scandali ai vertici della leadership istituzionale della chiesa hanno intaccato la prominenza e la crescita del Mormonismo.
Rappresentazioni mediatiche e immaginario mormone
Origini storiche della vita religiosa negli Stati Uniti d’America
La sua influenza culturale è stata oggetto di documentari e serie televisive, tra cui:
- Big Love, che esplora la vita di una famiglia mormone con pratiche poligame che veramente affrontano anche problematiche realistiche della vita coniugale che, in effetti, hanno il potere di rendere la poligamia una cosa pratica e desiderabile, almeno dal punto di vista dell’uomo, e presentano donne che accettano in pieno la poligamia senza dispiacersene anche quando rimangono in un certo qual modo fedeli alle loro rispettive famiglie.
- La vita segreta delle mogli Mormoni, docu-reality su donne influenti nella comunità che non si sottraggono neanche allo scambismo sessuale.
- Under the Banner of Heaven (In nome del cielo), miniserie tratta dal romanzo di Jon Krakauer, che indaga un caso di omicidio legato a forme estreme di fede.
Pur tra critiche e controversie, il Mormonismo continua a rappresentare una realtà dinamica e influente nel contesto religioso americano.
Avventisti, sanità e razionalismo religioso
La comunità degli Avventisti si distingue per alcune posizioni originali anche in ambito medico-sanitario, che talvolta si discostano dalle pratiche diffuse nel resto del paese.
Queste convinzioni, pur non condivise a livello nazionale, continuano a essere sostenute all’interno della comunità e trovano eco in alcuni movimenti che mettono in discussione le regole sanitarie consolidate.
D’altra parte, gli Unitariani e gli Universalisti propongono un approccio più razionale e teologico, fondato sullo studio sistematico delle Scritture.
Tuttavia, questa impostazione fatica a coinvolgere emotivamente una larga parte della popolazione americana, che spesso preferisce modelli spirituali più carismatici e orientati all’indipendenza locale.
In questo contesto, alcuni leader religiosi influenti, anche se oggetto di critiche, continuano a esercitare un forte impatto sulla società e sulla politica.
Parte dell’elettorato evangelico ha sostenuto figure come Donald Trump, tollerando le sue fragilità personali e rafforzando tale sostegno grazie alla fiducia riposta in una rete di imprenditori e miliardari — tra cui Elon Musk e Peter Thiel — percepiti come garanti di una visione condivisa
Immigrazione, cattolicesimo e la sfida alla diversità
Nel XIX secolo, la rivoluzione industriale, l’urbanizzazione e l’immigrazione europea intensificarono le sfide che gli Stati Uniti affrontarono riguardo alla diversità religiosa ed etnica.
Le nuove comunità, come irlandesi e italiani del Sud, portarono con sé tradizioni culturali e religiose differenti rispetto ai coloni protestanti che avevano fondato il paese.
Queste differenze generarono tensioni, soprattutto in ambito religioso.
I nuovi arrivati, spesso discriminati e emarginati, faticavano a comprendere il modello spirituale americano, basato su comunità locali indipendenti e su una leadership religiosa non gerarchica.
Per i cattolici, abituati a una struttura ecclesiastica centralizzata e alla guida del papato, l’adattamento risultava particolarmente difficile.
Nel 1960, la candidatura di John F. Kennedy — che sarebbe diventato il primo presidente cattolico degli Stati Uniti — riportò alla luce queste tensioni anche in ambito politico.
Alcuni ambienti ultraconservatori considerarono la sua elezione una minaccia all’identità religiosa nazionale, e il suo assassinio — ancora oggi oggetto di dibattito — segnò un momento cruciale nella storia americana.
Kennedy, riformismo e l’America evangelica
L’eredità ideale di John F. Kennedy è spesso associata a una visione di un’America più giusta e solidale.
Guidata da cittadini impegnati a contrastare ingiustizie sociali, povertà, criminalità organizzata e discriminazioni razziali.
Il suo progetto riformatore, orientato al progresso civile e morale del paese, incontrò però la resistenza di correnti ultraconservatrici.
Diffidenti verso ogni cambiamento che potesse alterare l’ordine tradizionale.
Nel tempo, queste stesse forze hanno trovato alleanze strategiche con alcuni settori del mondo evangelico, contribuendo a plasmare un clima politico che ha favorito l’ascesa di figure populiste e polarizzanti.
In questo contesto, il sostegno di parte dell’America religiosa conservatrice ha giocato un ruolo significativo in recenti sviluppi elettorali, riflettendo una tensione persistente tra visioni riformiste e istanze più tradizionaliste.
Punti Chiave
- La storia delle religioni mostra un pluralismo complesso, spesso ignorato, ma fondamentale per comprendere la cultura umana.
- L’arrivo degli europei nelle Americhe portò colonizzazione e conflitti religiosi, con figure come Las Casas che difesero i diritti dei nativi.
- Movimenti religiosi autoctoni, come i Mormoni e gli Avventisti, emersero nel XIX secolo, influenzando la società americana.
- Il Primo Emendamento del 1791 favorì il pluralismo religioso, con diverse confessioni prosperanti nelle nuove colonie.
- Le tensioni tra tradizioni religiose e cambiamenti sociali hanno segnato la storia americana, riflettendosi in eventi politici come la presidenza di Kennedy.