L’Unione Sovietica era un paese governato da un sistema politico che aveva instaurato un regime totalitario. Era giusto che quel regime repressivo, che sottoponeva ogni singolo individuo ad una spietata repressione dalla culla alla tomba, fosse abbattuto. Ma non era , e non è giusto, criminalizzare, insieme a quel regime, l’ideologia comunista nel suo complesso. Dell’ideologia comunista andavano salvaguardati, almeno, valori quali: l’ uguaglianza e la solidarietà. Si sosteneva che: la ricetta marxiana non poteva che condurre ad un sistema totalitario? Vero! E Allora? Via la ricetta sbagliata … e avanti con la ricerca di nuove soluzioni per preservare ed alimentare la sete di giustizia fra gli uomini. Non è stato fatto. Ed eccoci allo sbranamento globale in preda alla legge imperante del capitalismo selvaggio: vinca il più forte con qualunque mezzo in un mercato senza regole; anzi,una sola regola: nessuna regola! Risultato: la precarietà è diventata il nuovo Statuto dei lavoratori!

E, come se non bastasse, l’opera di demolizione dei vincoli di solidarietà a tutela dei più deboli, con i suoi organi e meccanismi istituzionali, continua inarrestabile in una sorta di masochistico gioco dell’oca al massacro.

Primo giro, prima casella: alcuni politici sono drogati, corrotti, puttanieri e ladri? Lanciamo i dadi dell’indignazione popolare e ,alla casella successiva, mandiamo a casa tutti i parlamentari, poi una casella dopo l’altra : eliminiamo i partiti politici con le loro vetuste ideologie, aboliamo l’inutile rito delle consultazioni elettorali e chiudiamo il Parlamento. Veloci verso un regime dove basta un solo uomo per guidare una nazione! Il motto è eliminare il superfluo! I valori e le istituzioni liberaldemocratiche? Inutili sciocchezze sostenute da utili idioti improduttivi per il sistema ad economia globalizzata!

Secondo giro, altra casella: alcuni preti abusano dei bambini e l’istituzione non interviene. Colpire duramente i colpevoli? Riformare l’istituzione per correggerla? Niente di tutto questo! Lanciamo ancora i dadi dell’indignazione popolare e casella dopo casella: aboliamo il rispetto per il sacerdozio; trasformiamo le chiese in rifugi per i barboni; facciamola finita con le inutili stupidaggini predicate dalle religioni. Quelle stupidaggini, che, nonostante le degenerazioni e gli abusi, nei secoli hanno ispirato l’affermazione dei diritti dell’uomo e dell’amore universale, possono essere confutate dall’indignazione mediatica popolare! Davanti ai programmi televisivi, il telespettatore, dopo cena, può farsi giuria, giudice ed emettere le proprie sentenze e … dopo la scoreggia di rito, al primo colpo di sonno può andare a letto soddisfatto. Beato videoidiota che gli basta sedere davanti al televisore per sentirsi partecipe del rito della democrazia da quando ha ceduto la propria parte di sovranità in cambio del telecomando, però gli è stato venduto come fosse uno scettro.

Il gioco continua: aboliamo la famiglia con i vincoli di paternità e di maternità per esprime liberamente le singole sessualità; svuotiamo le scuole e le università delle loro funzioni formative e trasformiamole in esamifici informatici per licenziare i docenti … tutti fannulloni; riformiamo la spesa per la sanità, dove più si annida la corruzione, e lasciamo morire chi non si può permettere le spese mediche. Privatizziamo l’acqua per … evitare gli sprechi. Costruiamo nuove centrali nucleari per … fornire l’energia a basso costo. E miracolo finale … trasformiamo la spazzatura in oro; questa non era riuscita finanche agli alchimisti.

E via così, allegramente verso la casella finale. Tutti insieme, tutti più furbi, più belli e più ricchi. Tutti insieme allegramente: come una mandria di bufali in preda all’euforia consumistica … verso il baratro!

Ludovico Martello

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui
Captcha verification failed!
Punteggio utente captcha non riuscito. Ci contatti per favore!