DALLA PRIMA INTERNAZIONALE ALLA SVOLTA SOCIALDEMOCRATICA
Prima internazionale
Fondata con la denominazione di Associazione internazionale degli operai nel 1864 a Londra, adottò lo statuto e il programma che erano stati elaborati da Marx ed ebbe il compito di costituire un centro di informazioni generali per le sezioni nazionali e locali della classe operaia, che si costituivano nei vari paesi. I primi anni di vita dell’Internazionale furono poveri di successi e travagliati da una serie di contrasti radicali, soprattutto fra i seguaci di Marx e quelli di Proudhon, attorno ai grandi problemi teorici, strategici e tattici. Ma, a partire dal 1868, il suo prestigio fra gli operai crebbe di colpo e contemporaneamente essa incominciò a suscitare le apprensioni delle classi dominanti e dei governi, i quali la consideravano una pericolosa centrale di sovversione. Ciò che soprattutto colpì i contemporanei fu la passione religiosa che animava gli internazionalisti e la grandiosità del loro progetto fondamentale: non già una semplice correzione delle strutture di questa o di quella società, bensì la rigenerazione materiale e morale di tutta quanta l’umanità. Con questo spirito messianico e con la convinzione apocalittica dell’imminenza della rivoluzione socialista, l’Internazionale nel giro di pochi mesi estese la sua influenza anche su paesi, quali l’Italia e la Spagna, nei quali il movimento operaio era assai poco sviluppato. Nel 1871 gli operai di Parigi ( in gran parte proudhoniani e blanquisti ) insorsero e proclamarono la Comune, che dai governi borghesi fu considerato come una creatura dell’Internazionale. Gli internazionalisti si assunsero volentieri il compito di difendere le ragioni e l’azione dei comunardi e Marx stesso – dopo una prima esitazione – scrisse un breve studio ( La guerra civile in Francia ) nel quale presentò la Comune come << l’araldo di una nuova società >>. Alla repressione dell’insurrezione seguì su scala europea una persecuzione sistematica dei leaders dell’Internazionale. Inoltre l’organizzazione continuava ad essere dilaniata dalle lotte tra le diverse correnti ( marxisti, anarchici, blanquisti, mazziniani, proudhoniani, ecc.). Nel 1871, al congresso dell’Aia, gli anarchici furono espulsi e formarono l’internazionale anarchica, che si sciolse nel 1879. La prima internazionale fu sciolta nel 1876.
Le diverse anime della Prima internazionale.
Michail Bakunin (1814 – 1876) opponeva alla disciplina e all’organizzazione unitaria ( centralismo democratico ), raccomandata da Marx, una linea spontaneistica e libertaria. Per tale motivo negava l’utilità dei partiti politici, del parlamentarismo e di qualunque forma di potere costituito. L’apostolato di Bakunin non era diretto esclusivamente alla componente operaia come classe eletta dalla Storia per la rigenerazione dell’umanità, ma, anche, al sottoproletariato miserabile e ai braccianti agricoli. Inoltre rigettava con estrema determinazione la fase “ transitoria “ della dittatura del proletariato. Il proudhonismo si fondava su due principi: la cooperazione e la reciprocità: da ciascuno secondo le proprie capacità a ciascuno secondo i propri meriti e non , quindi, << secondo i propri bisogni >>. Pierre Joseph Proudhon (1809 –1865) è stato il primo che ha tentato di coniugare l’idea di socialismo con il mercato. Egli ha indicato come possibile la costruzione di un modello di società socialista policentrica e quindi regolata dalla logica pluralistica. Egli, già nel 1840, denunciava il carattere socialmente regressivo della soluzione comunista: << ll comunismo è oppressione e schiavitù >> ( Che cos’è la proprietà ? ) e che la << transizione è eterna >> ( Sistema delle contraddizioni economiche ). Proudhon tentava di coniugare la libertà individuale con il socialismo; la concorrenza con la solidarietà sociale; il principio anarchico con il bisogno fisiologico di ordine. Il mutualismo in economia ( proprietà dei mezzi di produzione divisa fra le maestranze ) ed il federalismo in politica ( frantumazione del potere statale a piccole federazioni autonome ) sono le idee che permettono a Proudhon di uscire dal dilemma paralizzante: liberalismo o socialismo.
Seconda internazionale
Fondata a Parigi nel 1889, la seconda internazionale fu sin dall’inizio lacerata dai contrasti tra radicali e revisionisti. Infatti il congresso costitutivo fu dominato dai socialdemocratici tedeschi, il più forte partito proletario, diviso , tuttavia, tra la corrente revisionista guidata da Eduard Bernstein ( 1850 – 1932 ) e quella ortodossa di Karl Kautsky ( 1854 – 1938 ). Gli anarchici furono ancora una volta formalmente esclusi dall’associazione. Aderirono, invece, alla Seconda Internazionale i nuovi partiti socialisti che venivano costituendosi ( il Partito Socialista Italiano fondato nel 1892; il Partito laburista inglese fondato nel 1893 ). Il programma di massima fu, per tutte le componenti, quello marxista della conquista del potere finalizzata all’instaurazione d’una società socialista senza escludere l’azione volta al raggiungimento di graduali riforme misurate secondo i criteri dell’opportunità e della possibilità. Anche se restavano, nella sostanza, due anime: quella rivoluzionaria e quella riformista. Esse convivevano sia nell’ambito dei singoli partiti che nell’ambito dei militanti. Comunque sulla linea rivoluzionaria – intesa come metodologia per la presa del potere – prese il sopravvento quella legalitaria, e sempre più si fece distinzione tra la meta finale ( che restava l’eliminazione dello Stato borghese e della proprietà privata ) e le riforme graduali e di struttura, per cui si cominciò a ritenere possibile la collaborazione con le correnti progressiste della borghesia. Il programma formulato ad Erfurt nel 1891 dalla socialdemocrazia tedesca ispirò tutta l’opera della seconda internazionale. Gli obiettivi rivoluzionari furono proiettati in un futuro lontano e passarono in primo piano una serie di mete da raggiungersi nell’immediato, tra queste: il suffragio universale, il sistema elettorale proporzionale, l’istituzione di un esercito di popolo al posto di quello professionale, abrogazione delle leggi restrittive della libertà personale, parità della donna rispetto all’uomo, dichiarazione del carattere privato di tutte le religioni, assistenza medica gratuita, giornata lavorativa di otto ore, gestione pubblica delle assicurazioni sociali per l’invalidità, la vecchia, gli infortuni sul lavoro. La Seconda Internazionale crollò nel fragore della guerra. Nonostante il congresso di Stoccarda del 1907 avesse decretato l’intransigente opposizione alla guerra, quando nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale, l’organizzazione si frantumò in quanto i singoli partiti aderirono alla politica dei loro governi. La frattura tra i rivoluzionari di Lenin e di Rosa Luxemburg e i socialisti patrioti divenne insanabile. La corrente rivoluzionaria diede vita – dopo la Rivoluzione d’Ottobre – nel 1919 alla Terza Internazionale, mentre a Vienna i socialisti tedeschi, svizzeri e austriaci davano vita all’Unione internazionale socialista, che al congresso di Amburgo del 1923 si fuse con la ricostituita Seconda Internazionale, nella quale erano confluite le diverse tendenze socialiste. Nel secondo dopoguerra, con il congresso di Francoforte sul Meno nel 1951, è stata costituita l’internazionale socialista.