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SOCIALISMO  PREMARXISTA : SOCIALISMO UTOPISTICO      

Nel quadro della rivoluzione francese, o meglio, come reazione per la delusione di essa, si mosse il primo movimento socialista della storia. Tale movimento guidato da François Babeuf (1760-1797) organizzò, fra il 1975 ed il 1976,  la << congiura per l’eguaglianza>>, diretta a rovesciare il governo termidoriano, che aveva interrotto lo sviluppo evolutivo e progressista (secondo lo stesso Babeuf) attribuito alla rivoluzione da Robespierre. La cospirazione, che era già riuscita a raccogliere un largo seguito popolare a Parigi e nell’esercito repubblicano, fu scoperta, e buona parte degli aderenti venne arrestata. Babeuf, condannato a morte, cercò di uccidersi e fu impiccato nel maggio 1797. Permeato di illuminismo e di razionalismo, Babeuf, dopo aver accolto nei primi anni della rivoluzione le tesi della legge agraria e sostenitore di un rigido egualitarismo, negli gli anni e soprattutto attraverso il foglio Il Tribuno del popolo affinò via via le proprie argomentazioni, giungendo alla conclusione della necessità di sollevare una rivoluzione non più semplicemente <<negli spiriti>>, ma, dopo aver trasformato la struttura politica del potere, anche <<nelle cose>>. Quindi, pur profondamente avvinti alla problematica etica, per cui la rivoluzione effettiva continuava a essere quella dell’uomo e nell’uomo, egli si poneva l’obiettivo concreto della lotta contro la ricchezza, a opera di tutti coloro che dalla ricchezza e tramite essa erano sfruttati e costretti all’indigenza spirituale e materiale. Infine, il suo legame con l’utopismo settecentesco gli faceva intravedere che, attraverso questa battaglia, già tanto vicina al conflitto di classe, la costruzione alternativa sarebbe stata necessariamente comunistica, derivando dalla << guerra dei ricchi contro i poveri>> e i poveri non avendo altra alternativa, a meno di non riproporsi quali <<nuovi ricchi>>, se non la gestione comunitaria della società. Questa aspirazione comunistico – egualitaria, già di tipo moderno, veniva sintetizzata nel Manifesto degli eguali, che avrebbe dovuto costituire il programma della congiura.       Veramente originale fu l’elaborazione del concetto di <<avanguardia>>, che tanto spazio occupò successivamente nel marxismo – leninismo, per merito del pisano Filippo Buonarroti (1761 – 1837), storico delle vicende del babouvismo attraverso la Cospirazione per l’eguaglianza detta di Babeuf del 1828, e attivissimo in tutto il lungo corso della vita quale organizzatore di leghe segrete rivoluzionarie e con intenti sociali, in Francia, in Svizzera, in Belgio e in Italia. Egli teorizzò la figura del  <<rivoluzionario di professione>>, essendo egli stesso tale, facendone un essere che doveva necessariamente operare a contatto con le masse popolari, nonostante le svariate salvaguardie da assumere per impedire le sopraffazioni poliziesche. Scopo del rivoluzionario e dei dirigenti del movimento era il cambiamento sociale della società, da attuarsi gradualmente dopo la conquista del potere, tramite una guida rivoluzionaria concentrante su di sé ogni autorità di intervento in tutti i campi della vita politico – economica, ed esercitante le funzioni di una dittatura popolare, condotta in nome e nell’interesse della collettività per un periodo delimitato di tempo. Per Buonarroti l’ideale democratico tramandato dalla rivoluzione non aveva un senso se non veniva accostato all’idea di eguaglianza: ma questa, come già per Babeuf, era concepita soltanto nell’ambito della <<classe>>, essendo propria, scrivevano Marx ed Engels, delle <<rivendicazioni del proletariato>>. Ed essi, nella Sacra famiglia, così sintetizzavano l’intero corso del movimento babouvista: <<(…) La rivoluzione francese ha suscitato idee che portano oltre le idee di tutta la vecchia situazione del mondo. Il movimento rivoluzionario, che è cominciato nel 1789 (…) e che infine è stato momentaneamente sconfitto con la cospirazione di Babeuf, aveva suscitato l’idea comunista, che l’amico di Babeuf, Buonarroti, dopo la rivoluzione del 1830, ha introdotto nuovamente in Francia. Questa idea conseguentemente elaborata, è l’idea della nuova situazione del mondo>>.               Il primo socialismo o protosocialismo copre l’arco temporale compreso fra il 1789 e il 1848. La definizione di socialismo utopistico fu coniata da Karl Marx in varie opere fra le quali:   Miseria della filosofia (1847)   <<  questi teorici non sono che utopisti, i quali, per soddisfare i bisogni delle classi oppresse, improvvisano sistemi e ricorrono le chimere di una scienza rigeneratrice >>  

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