SOCIALISMO UTOPISTICO FRANCESE
Saint Simon : la scienza e la tecnica come base della nuova società Claude Henri de Saint-Simon ( 1760 – 1825 ) avvertì, prima di chiunque altro, la trasformazione della società tradizionale in società industriale, individuando alcuni di quei grossi problemi sui quali, in seguito, si cimenteranno non solo i positivisti, ma soprattutto Marx e i marxisti. Il primo scritto di Sain-Simon, del 1802, sono le Lettere di un abitante di Ginevra ai suoi contemporanei; del 1817 è la sua opera più importante: L’industria; del 1825 è Il nuovo Cristianesimo. L’idea di fondo di Saint-Simon è quella secondo la quale la storia è retta da una legge di progresso. Ma tale progresso non è lineare, in quanto la storia umana è un alternarsi di periodi organici e di periodi critici. Le epoche organiche si fondano su di un insieme di principi ben solidi e si sviluppano ed operano all’interno di essi; ma accade che, ad un certo momento, lo sviluppo della società ( nelle idee, nei valori, nella tecnica) invalida i principi su cui essa prima si fondava stabilmente, e allora abbiamo quelle idee che Saint-Simon chiama epoche critiche. Così, come il monoteismo mise in crisi l’età organica del politeismo, la Riforma e poi la Rivoluzione francese e specialmente lo sviluppo della scienza hanno posto in crisi l’età organica del Medioevo. Attraverso uno schema siffatto, Saint – Simon rovescia alcuni giudizi storici operati dall’Illuminismo. L’Illuminismo, in nome dei lumi della Ragione, aveva giudicato negativamente il Medioevo cristiano, che Saint – Simon, invece, vede come un’epoca organica e stabile governata dalla fede; l’Illuminismo aveva, inoltre, giudicato positivamente l’età moderna, ed in questa Saint –Simon vede un’epoca critica, il cui caos spirituale e sociale è frutto del crollo dei valori del Medioevo. Ora, però, non si tratta di andar indietro. Quel che occorre è spingersi avanti, verso una nuova epoca organica, ordinata dal principio della scienza positiva. Il progresso scientifico, secondo Saint –Simon, avrebbe dunque distrutto, quelle dottrine teologiche e quelle idee metafisiche che stavano a fondamento dell’epoca organica del Medioevo; e il mondo degli uomini potrà venir riorganizzato e ordinato solo sulla base della scienza positiva. In questa nuova epoca organica il potere spirituale sarà degli uomini di scienza <<i quali possono predire il più gran numero di cose>>, mentre il potere temporale apparterrà agli industriali, vale a dire <<agli imprenditori di lavori pacifici che occuperanno il più gran numero di individui>>. Tutto ciò per dire che l’affermazione dell’industrialismo rende impossibile il potere teocratico – feudale del Medioevo, dove la gerarchia ecclesiastica deteneva il potere spirituale, e quello temporale era nelle mani dei guerrieri. Nella nuova epoca agli ecclesiastici si sostituiscono gli scienziati e ai guerrieri gli industriali. La scienza e la tecnologia, infatti sono oggi in grado di risolvere i problemi umani e sociali: <<Esiste – scrive Saint – Simon – un ordine di interessi sentito da tutti gli uomini e sono gli interessi che si riferiscono allo sviluppo della vita e del benessere. Quest’ordine di interessi è il solo su cui gli uomini debbano deliberare ed agire in comune, il solo dunque in funzione del quale può essere esercitata un’azione politica, il solo che può essere preso in considerazione come misura nella valutazione di tutte le istituzioni e di tutti gli affari politici. La politica è dunque la scienza della produzione, cioè la scienza che ha per obiettivo l’ordine di cose più favorevole a tutti i tipi di produzione. La politica, pertanto, è scienza della produzione, per cui non è più abbandonata al capriccio delle circostanze>>. Gli uomini, scrive Saint – Simon, non possono essere felici <<che soddisfacendo i loro bisogni fisici e i loro bisogni morali>>. E questo è appunto il fine cui tendono <<le scienze, le belle arti e i mestieri>>, e fuori da questo esistono solo <<i parassiti e i dominatori>>. Al fine di illustrare la necessità che il potere politico passi nelle mani dei tecnici e degli scienziati e dei produttori, Saint – Simon adduce una nota parabola: se la Francia perdesse i tremila individui che ricoprono le cariche politiche, religiose e amministrative più importanti, lo Stato non subirebbe alcun danno e tali persone sarebbero facilmente rimpiazzabili; ma, fa presente Saint –Simon, se la Francia perdesse i tremila suoi più capaci scienziati, artisti e artigiani, essa <<cadrebbe subito in uno stato di inferiorità di fronte alle nazioni di cui è ora la rivale e continuerebbe a restare subalterna nei loro confronti fino a quando non riparerà la perdita e non le rispunterà la testa>>. E’ il pensiero positivo, quindi, il principio ordinatore della nuova società, e questo principio eliminerà <<i tre principali inconvenienti del sistema politico vigente, e cioè l’arbitrio, l’incapacità e l’intrigo>>. Il progresso verso la nuova età organica, dominata dalla filosofia positiva, è un progresso inevitabile. E nel suo ultimo scritto, il Nuovo Cristianesimo, Saint – Simon delinea l’avvento della futura società come un ritorno al Cristianesimo primitivo. Essa sarà una società, in cui la scienza costituirà il mezzo per raggiungere questa fratellanza universale che <<Dio ha dato agli uomini come regola della loro condotta>>. E, in base a questa regola, gli uomini <<devono organizzare la propria società nella maniera che possa essere la più vantaggiosa per il maggior numero di persone; in tutti i lavori, in tutte le azioni, gli uomini devono proporsi lo scopo di migliorare il più rapidamente e il più completamente possibile l’esistenza morale e fisica della classe più numerosa. Io dico – proclama Saint – Simon – che in questo, e soltanto in questo, consiste la parte divina della religione cristiana>>. In Francia la dottrina di Saint –Simon ebbe una diffusione non indifferente. Essa dette dignità filosofica al problema sociale; contribuì a rendere, più viva la coscienza della rilevanza sociale della scienza e della tecnica; esaltò l’attività industriale bancaria; l’idea dei canali di Suez e di Panama è un’idea dei Sansimonisti; Saint–Simon e i suoi discepoli condussero una decisa campagna contro il parassitismo e l’ingiustizia, e per favorire la giustizia, insistettero sull’idea di eliminare la proprietà privata, di abrogare il diritto di eredità (in modo da abolire “il caso della nascita”), di pianificare l’economia, sia quella agraria che l’economia industriale. E il supremo criterio che avrebbe dovuto informare l’azione dello Stato doveva essere per Saint–Simon il seguente: da ciascuno secondo la sua capacità, a ciascuno secondo le sue opere. La prima avrebbe dovuto essere la regola della produzione, la seconda quella della ripartizione. Il movimento del Saint – Simon diede origine, nei discepoli, ad una specie di chiesa (il cui pontefice era Barthèlemy – Prosper Enfantin, il cosiddetto “padre” Enfantin), che dilaniata dalla scissione delle due correnti interne, una guidata da Lesseps (che poi realizzerà il canale di Suez) e l’altra da Enfantin, non durò a lungo. E in effetti, la coesione degli elementi tecnico scientifici e di quelli mistico – romantici non era facile. Tuttavia, è proprio dal Sansimonismo che originarono le correnti socialistiche, la più importante delle quali è quella che si richiama a Charles Fourier, pur se non dobbiamo dimenticare “ il volontarismo rivoluzionario” di Louis Auguste Blanqui (1805 – 1881) e “il riformismo di Louis Blanc (1811 – 1882). Il primo fu un cospiratore, il secondo un riformatore. Blanqui pensava che la volontà rivoluzionaria, incarnata nella cospirazione armata, fosse onnipotente. Blanc, invece, fu dell’avviso che l’azione della Stato attraverso riforme graduali, avrebbe eliminato l’ineguaglianza, lo sfruttamento e soprattutto la disoccupazione. Blanqui confidava nella lotta armata, Blanc nell’azione dello Stato. E se le origini del primo si possono rintracciare in Babeuf, quelle di Blanc si possono sicuramente ritrovare in Saint – Simon.