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Charles Fourier e  il  “  mondo nuovo societario ”      

Charles Fourier (1772 – 1837) fu discepolo di Saint – Simon e autore di scritti che, nella loro stravaganza e genialità, offrono anche spunti profondi alla meditazione storica e morale. L’idea centrale del Fourier è quella per cui esiste nella storia un grandioso piano provvidenziale dal quale non possono essere esclusi l’uomo, il suo lavoro e la maniera di costituirsi della società. Ora, la Provvidenza ha messo in tutta l’umanità <<le stesse passioni>. E questa <<attrazione passionale>> — <<la sola interprete conosciuta tra Dio e l’universo>> — non può venir frustrata e repressa. La legge di attrazione terrestre, scoperta da Newton, può venir generalizzata in maniera da abbracciare anche la vita degli uomini: le passioni umane sono “sistemi di attrazione”, e devono, quindi, venir soddisfatte. Per questo, l’organizzazione sociale, se vuol rispettare il piano armonico di Dio, deve rendere attraente il lavoro, verso cui l’uomo si sente chiamato. Talchè, piuttosto che ostacolare la naturale tendenza al piacere, occorre utilizzarla in vista del massimo rendimento.     Senonchè, sostiene Fourier, le tre grandi epoche storiche che si sarebbero avute sino ad oggi – quella dei Selvaggi, quella dei Barbari e quella dei Civilizzati – avrebbero proprio ostacolato l’armonioso sviluppo delle passioni umane, con tutta quella congerie di conflitti e di dissesti da cui non è immune la nostra società ”civilizzata”. La civilisation era una grande cosa per gli Illuministi (progressivo perfezionamento materiale e spirituale dell’umanità), ma per Fourier la “civiltà” significa il trionfo della menzogna come è dimostrato dal commercio, a causa del quale le merci passando di mano in mano, aumentano di prezzo ma non di valore. In un viaggio tra Rouen e Parigi, avvenuto nel 1798, Fourier aveva notato differenze nel prezzo delle mele in località dallo stesso clima. Questo fatto lo convinse della nocività che scaturisce dall’attività svolta dai mediatori commerciali (Fourier fu anche rappresentante di commercio). Persuaso che accanto alle mele malefiche di Adamo e di Paride, ci fosse anche la mela benefica di Newton, Fourier volle aggiungere a quest’ultima anche la sua. Per lui, è la “civiltà” che – attraverso il regime della libera concorrenza, dove ognuno persegue il proprio interesse senza minimamente badare a quello degli altri e della comunità – accresce la miseria, pur essendo i beni disponibili in maggior quantità. E, d’altro canto, non solo l’economia è perversa, ma anche la morale. Ne Il nuovo mondo industriale (1829), Fourier scrive che nello stato attuale l’uomo è in guerra con se stesso, le sue passioni urtano tra loro; e quella scienza che si chiama morale pretende di reprimerle. Ma, fa presente Fourier, <<reprimere non è armonizzare>> e lo scopo è, invece, quello <<di arrivare al meccanismo spontaneo delle passioni, senza reprimere alcuna>>. La morale attuale secondo Fourier, blocca le passioni e genera così l’ipocrisia (ad es. l’infedeltà della donna o i sotterfugi dei figli, ecc.). Essa è la sorgente della menzogna. Ma <<sarebbe assurdo che Dio avesse dato alla nostra anima impulsi inutili se non addirittura nocivi>>.     Tutte queste considerazioni conducono  Fourier a sostenere che le passioni o ”attrazioni” non debbono venir coartate, ma liberate e finalizzate al loro rendimento massimo. Fourier fu dell’avviso che l’organizzazione adatta a tal fine fosse la “falange” gruppo di circa 1600 persone che vivono in un “falansterio”. I falansteri sono unità agricolo – industriali, dove le abitazioni sono alberghi e non caserme, e dove ciascuno trova occasioni svariate per soddisfare le sue inclinazioni. Le donne sono equiparate agli uomini; la vita familiare è abolita, giacché i bambini vengono educati dalla comunità; scompare la fatica del lavoro domestico. Nel falansterio vige la totale libertà sessuale. Il bordello diventa, nel Nuovo Mondo, una istituzione di tutto rispetto. Nessuno sarà vincolato ad uno specifico lavoro. Ognuno produrrà ciò che gli piace produrre. Tuttavia, per evitare la monotonia della ripetitività, ciascun individuo imparerà almeno quaranta attività professionali e cambierà lavoro più volte al giorno. I lavori spiacevoli e sporchi (come pulire le cloache e altre cose del genere) verranno affidate ai bambini, i quali provano grande piacere nello sguazzare nella sporcizia.     Sono queste, dunque, le premesse che dovrebbero permettere il passaggio all’età dell’ Armonia universale, all’età del Mondo Nuovo Societario. In questo Mondo Nuovo Societario – destinato a durare molto più a lungo delle epoche precedenti – tutti potranno soddisfare le dodici passioni fondamentali: le cinque legate ai sensi, le quattro passioni affettive (amicizia, amore, ambizione, familismo ) e le tre passioni distributive (la passione per l’intrigo o “cabalistica”; quella per il cambiamento o “farfallina” ; e quella per la combinazione degli istinti o “composita”);. Le attività del falansterio saranno dirette da un  “unarca”; Fourier però avversa la rigidità del sistema di Owen e contrariamente al Saint – Simon, il quale con il suo “consiglio industriale” centralizza il potere, Fourier con i falansteri lo decentralizza. Nel falansterio il lavoro dovrà essere attraente: <<esso fornirà, forse, esche più seducenti di quelle che adesso sono le esche delle feste, dei balli e degli spettacoli>>. Anzi la gente troverà più soddisfazione nel lavoro che nelle feste e nei balli o spettacoli <<offerti nelle ore delle sedute industriali>>. In questo modo in “Armonia” – così si chiamerà la società futura – il problema della produzione è tranquillamente risolto e, parimenti, data la sovrabbondanza dei prodotti, non esisterà il problema della distribuzione.     Non dobbiamo dimenticare che alcuni discepoli del Fourier tentarono di realizzare il suo programma. E si costituirono delle falangi in Europa e in America. Gli esperimenti fallirono, mostrando il carattere utopico delle idee di Fourier. E, tuttavia, negli anni più recenti, Fourier è stato ripreso in considerazione nel senso che avrebbe precorso concezioni per alcuni versi non lontane da quelle, per es., di Eros e civiltà di Herbert Marcuse.  

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