Un piano per le prossime generazioni dell’Unione Europea

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Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea ha esposto il “ Repair and Prepare for the Next Generation EU”. Il piano prevede l’emissione di bond per 750 miliardi. I soldi saranno rimborsabili agli investitori dal 2028 al 2058. Questa misura si somma ai 1.100 miliardi stanziati dalla Bce, ai 540 del Mes per la sanità, del Sure per l’occupazione ….. la somma finale, ancora da approvare, sarà di 3.500 miliardi.

Di questi ultimi 750 miliardi  ben 500 miliardi saranno assegnati ai governi sotto forma di sussidi a fondo perduto. Gli altri 250 saranno erogati agli Stati come prestiti a lunghissima scadenza. La proposta prevede di assegnare all’Italia 172 miliardi  di cui 82 di sovvenzione e 91 di prestiti.

Basta con i numeri, non siamo esperti economisti né chi scrive né chi sta leggendo. Quello che conta è sottolineare l’inversione di tendenza dei vertici europei che, finalmente, mostrano solidarietà verso i paesi economicamente più fragili nel contrastare le drammatiche conseguenze sociali  della pandemia da Covid-19.

In un recente articolo, apparso su la Repubblica, Carlo Cottarelli definisce questa ultima proposta  << un passo importante >>. L’analisi di Cottarelli è analitica, priva di pregiudizi di parte e merita di essere esposta. Egli sottolinea l’inversione di tendenza dei vertici europei nell’affrontare questa ultima crisi se si paragonano le misure in discussione con quelle adottate nelle crisi del 2008 e del 2011.


Fuori dalla Unione Europea e ritornando alla Lira risolveremo tutti i nostri problemi economici e sociali?

Solamente restando nell’Unione Europea e confermando l’ Euro come moneta potremo uscire dalla crisi economica ed occupazionale provocata dalla pandemia del Covid-19?

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Per la prima volta l’Europa stabilisce una responsabilità collettiva nella restituzione del debito, anche se solamente per una parte e non include il debito precedente. In ogni caso si afferma un principio che spinge verso una sostanziale unità politica dell’Europa.

Inoltre si stabilisce un criterio di solidarietà concreta dando più risorse ai paesi più colpiti dalle conseguenze economiche e sanitarie della pandemia; infatti si prevede lo stanziamento per l’Italia di una somma maggiore.

Ed infine, gli aiuti economici potranno essere utilizzati per ridurre, nei singoli paesi, la pressione fiscale. Purtroppo, va precisato, che le misure di carattere fiscale saranno temporanee.

Certo si poteva fare di più, ad esempio: più condivisione del debito e più unità fiscale fra i paesi europei. Ma insieme ai limiti resta l’affermazione, per la prima volta, di un approccio fortemente unitario e solidaristico.

Condivisibile le conclusioni di Cottarelli: << non sarà una rivoluzione copernicana ……ma un importante momento nel rafforzamento dei legami tra i membri dell’Unione Europea >>.

Se la manovra verrà approvata potremo affermare, forse per la prima volta, che il processo di unità dei paesi dell’Unione ha imboccato la strada giusta che dovrebbe condurre ad una unione federale con una moneta unica, con un unico sistema fiscale, con un esercito europeo. Certo la strada è ancora molto lunga, se si pensa che stiamo parlando di un piano che si concluderà nel 2058, ma certo questo primo passo, se verrà percorso senza ripensamenti egoistici, allontanerà l’Europa dalle tentazioni sovraniste di tornare agli stati, alle monete ed agli eserciti nazionali.

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