Cantiere Europa

Futuro dell’Europa fra Recovery Plan e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza cosa offrirà alla Next Generation oltre ad un debito miliardario?

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Che ne sarà del progetto di unificazione dell’Europa dopo gli effetti devastanti della pandemia.

Alla domanda:<< A che punto è il progetto di unificazione dell’Europa? >>, non si può che rispondere: << Nel caos più totale! >>.

Dopo circa trent’anni dagli accordi di Maastricht sottoscritti da dodici paesi membri dell’allora Comunità europea e dopo un ventennio dall’introduzione dell’Euro, l’Europa, parafrasando Metternich, non è che una espressione geografica tenuta insieme da una moneta unica, governata da un comitato di affari al servizio del capitalismo finanziario globalizzato.

L’assetto politico, istituzionale e militare dell’Unione Europea restano ancora indefiniti: dal 2002, anno dell’introduzione della moneta unica, non si è riusciti a costituire uno Stato federale con un sistema fiscale ed un sistema di difesa militare sovranazionali. I sovranismi di destra e di sinistra inibiscono ogni tentativo di costruzione di una Europa politica: 2007: Francia e Olanda bocciano la ratifica della Costituzione Europea; 2016 il Regno Unito approva l’Uscita dell’Unione Europea.

L’euro resta una moneta senza Stato, in pratica, un artificio finanziario virtuale che poggia su un sistema produttivo frammentato e sparso per il globo, e per questo motivo esposto ai ricatti dei dittatorelli da parata che governano i propri paesi in spregio ai diritti umani e che prestano manodopera a basso prezzo al migliore offerente. Questo sfruttamento delle risorse umane nei paesi extra europei provoca, nei paesi fondatori della UE, l’aumento di sacche di disoccupazione, scomparsa dei ceti medi produttivi ed aumento drammatico delle disuguaglianze economiche e sociali mentre si moltiplicano forme di povertà che in Europa sembravano essere relegate nella storia del passato. La prova della fragilità, se non dell’assenza, di un nostro sistema produttivo? Eccola: non siamo stati capaci di produrre un vaccino targato Unione Europea!

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Il vituperato Regno Unito della Brexit lo ha prodotto ed inoculato alla sua popolazione: un unico vaccino dal primo ministro al titolare di un sussidio di povertà! La Russia ha prodotto il proprio vaccino! La Cina ha prodotto il proprio vaccino! Gli Usa i propri vaccini! Mentre noi, vecchia Europa dall’incerto futuro, acquistiamo vaccini, sempre più a caro prezzo e dai discutibili effetti, in giro per il mondo inoculandoli, ad insindacabile, variabile ed incomprensibile giudizio  della burocrazia politico-sanitaria: agli over, agli under, ai fragili o ai più furbi in un turbinio di ingiustificabili disuguaglianze: a questi il Moderna, a questi altri il Pfizer, a quelli l’ Astrazeneca mentre alcuni presidenti di regione minacciano di acquistare lo Sputnik da inoculare ai loro conterranei.

Ma torniamo all’analisi degli aspetti economici, domanda: << Che fine ha fatto il patto di stabilità dettato dalla Troika? (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale); che fine ha fatto il patto di stabilità e crescita sottoscritto dai paesi membri dell’Unione economica e monetaria europea? Che ne è dello spread?>>. Ma la domanda devastante che nessuno ha il coraggio di formulare è << che ne sarà dei debiti dei singoli Stati?>>. In altri termini, dopo la pandemia, come faranno i singoli Stati a onorare il proprio debito pubblico cresciuto a dismisura per effetto dei continui spostamenti di bilancio varati per fronteggiare gli effetti economici devastanti della pandemia?>>. La risposta è una sola: << non potranno pagare i debiti stipulati se non in rate ed interessi per centinaia di anni >>.

A questo punto tutte le discussioni su Recovery Plan, Recovery Bond, di questi giorni, per finanziare il piano di ripresa dell’Italia e/o dei singoli paesi europei non sono che inutili antidolorifici che non possono curare il cancro dei debiti pubblici nazionali.

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La terapia radicale non può che essere una: la salvezza ed il futuro dell’Unione Europea saranno possibili solamente annullando i debiti dei singoli Stati! Altrimenti ci attende una lenta agonia di miseria e di disperazione che consegnerà i singoli paesi nelle mani del sovranismo nazionalistico. Allora del cantiere Europa non resteranno che macerie!

Marco Cuomo

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Marco Cuomo
Marco Cuomo originario di Napoli, ancora ventenne comprende, fra i primi in Italia, le potenzialità culturali della Rete e fonda nel 2003 il sito giovanidubbiosi.it Negli anni, che seguono, il suo straordinario impegno editoriale prosegue incessante come fondatore e direttore di diversi siti : notiziamagazine.info,politicamagazine.info e politicamagazine.it Tutte le sue iniziative editoriali sono state autofinanziate, non hanno goduto, negli anni, né di finanziamenti pubblici né di finanziamenti privati e tuttora non perseguono fini di lucro. La scelta di questa autosufficienza economica ha consentito a Marco Cuomo una linea editoriale totalmente indipendente e gli ha permesso di pubblicare contenuti finalizzati alla ricerca della verità senza cedere a condizionamenti e lusinghe di natura ideologica, politica o economica. Una tale autonomia intellettuale ha consentito alle iniziative editoriali di Marco Cuomo di avvalersi della collaborazione di docenti universitari ed esperti internazionali di diversi orientamento ma tutti animati, nei loro contributi, da uno spirito umanistico caratterizzato unicamente dall'amore per la ricerca scientifica. Autore, egli stesso, Marco Cuomo ha pubblicato articoli e inchieste di grande successo, alcune seguite da più di un milione di lettori come l'inchiesta sul tema del lavoro “Cercare lavoro costa troppo” pubblicata nel 2005 e ripresa da Virgilio. It e da libero.it. Attualmente Marco Cuomo è impegnato nella elaborazione di una nuova pubblicazione che, ancora più multidisciplinare, possa ospitare contributi per il dibattito e la divulgazione delle recenti conoscenze scientifiche nei nuovi campi della conoscenza che avanza incessante e ad un ritmo sempre più accelerato.