Foto: Luciano Pellicani
Ciao Luciano!
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Sarai sempre presente con i tuoi insegnamenti e con il tuo esempio per un vecchio allievo, per le generazioni future, per tutti coloro che saranno disposti a lottare per la Giustizia e per la Libertà.
tuo affezionato Ludovico
Leggi l'ultimo lavoro di Luciano Pellicani
Il volume, edito dalla Rubettino ( aprile 2019), presenta ben sette saggi che,
dalla Riforma luterana ai totalitarismi del XX secolo, descrivono la genesi e la parabola storica della Grande
Illusione palingenetica: “la rivoluzione
come potenza demiurgica capace di capovolgere il mondo capovolto e di creare un regno di Dio
senza Dio attraverso la purificazione della società borghese, corrotta e
corruttrice”.
La parabola storica non
è ancora conclusa. Alle illusioni non si rinuncia mai del tutto … quali forme
assumerà in futuro l’utopia o distopia escatologica?
L’indagine condotta da Luciano Pellicani non fornisce risposte definitive a quest’ultima domanda ma sollecita dubbi e fornisce gli strumenti ermeneutici per la comprensione di un fenomeno che, forse, accompagner
Qualcuno ha detto:" il sonno della ragione genera mostri", ed io aggiungo " il sonno della giustizia genera i populismi"
La democrazia fra populismo e tecnocrazia
Siamo, naturalmente, portati a considerare il regime politico nel quale viviamo come qualcosa di garantito, di immutabile, di irreversibile. Ma le cose non stanno così. Basti pensare ai numerosi regimi politici che sono crollati ed a quelli che si sono formati durante il secolo scorso. La dissoluzione di monarchie secolari, l’avvento dei totalitarismi nazicomunisti. Ed ancora l’ Europa divisa in due dal “Muro”: ad oriente le democrazie socialiste, a occidente le democrazie liberali. Ed infine, grazie a quella che Jϋrgen Habermas ha chiamato la <<rivoluzione recuperante>>, abbiamo assistito al crollo del Muro ed all
Il socialismo marxista, utilizzato spesso e volentieri come sinonimo di comunismo o organicismo marxiano, è sicuramente quello più famoso e più conosciuto; basta pensare che molti stati e forze politiche ancora oggi si definiscono marxisti e annoverano K. Marx tra i propri padri spirituali. Per meglio esporre il pensiero di Marx e del suo inseparabile amico, Engels, è necessario partire dalla concezione materialistica della storia, fulcro di tutta la filosofia dei due autori tedeschi. La concezione materialistica della storia è la filosofia della storia ideata nell’Ideologia tedesca (1846), destinata a rimanere il costante background di tutte le opere della maturità. Marx ed Engels si propongono di spiegare i pensieri degli uomini prendendo le mosse dalle loro concrete co
Il Sole24Ore-domenicale - Non ci siamo stupiti che la nozione “totalitarismo”, quale interpretazione comune di nazismo-fascismo e comunismo, sia stata coniata originariamente in Italia, anche se in seguito, nella ricerca intellettuale e storica degli anni della Repubblica, non se ne trovano tracce significative. Eppure è stato proprio qui che l’aggettivo e il sostantivo “totalitario” furono forgiati dagli antifascisti democratici: Giovanni Amendola parlò di “sistema totalitario” nel 1923; Francesco Saverio Nitti, ex presidente del consiglio in esilio, ne scrisse nel 1926 in Bolscevismo, fascismo e democrazia, e Luigi Sturzo con L’Etat totalitarie, pubblicato in Francia negli anni Trenta, ne fece la teoria esplicativa dei nuovi regimi dittatoriali. Con l’avvento di Hitler, soprattutto dal 1
Siamo, naturalmente, portati a considerare il regime politico nel quale viviamo come qualcosa di garantito, di immutabile, di irreversibile. Ma le cose non stanno così. Basti pensare ai numerosi regimi politici che sono crollati ed a quelli che si sono formati durante il secolo scorso. La dissoluzione di monarchie secolari, l’avvento dei totalitarismi nazicomunisti. Ed ancora l’ Europa divisa in due dal “Muro”: ad oriente le democrazie socialiste, a occidente le democrazie liberali. Ed infine, grazie a quella che Jϋrgen Habermas ha chiamato la <<rivoluzione recuperante>>, abbiamo assistito al crollo del Muro ed alla rinascita pacifica delle democrazie liberali là dove erano state cancellate.
Non dobbiamo mai dimenticare che la democrazia liberale, fra tutti i regimi politici,
Gaetano Salvemini - Ernesto Rossi
Il confronto fra Gaetano Salvamini ed Ernesto Rossi
In una lettera indirizzata ad Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini scriveva così: “se avessi potuto fabbricarmi un figlio su misura, me lo sarei fabbricato pari pari come te”. Era la risposta, quasi il rimbalzo affettivo di quel che Rossi, in una espansione del cuore, gli aveva confidato due anni prima: “A te devo più riconoscenza che ad ogni altro uomo. Col tuo esempio mi hai impedito di cadere in uno sterile scetticismo; hai dato un significato alla mia vita”. Questo brano introduce alle tante e tante lettere – seicentotredici, per la precisione – raccolte in volume da Mimmo Franzinelli (Dall’esilio alla Repubblica, Bollati Boringhieri, pagg.994, euro 55) e che stanno lì, a documento dell’intesa
Tolleranza e fondamentalismi nella nuova Europa. Il fascino dell' Islam
L’ondata migratoria verso l’Europa da quel multietnico universo, che Latouche ha definito come il pianeta dei naufraghi trae la sua origine, essenzialmente, da due diverse maree che giungono a noi rispettivamente dall’Est e dal Sud del mondo. I naufraghi, che approdano sulle nostre coste provengono, infatti in larga maggioranza, dall’est d’Europa e dall’universo islamico. Preciso che il termine naufrago non connota un giudizio di valore pietistico o negativo, ma sta a significare semplicemente il fatto oggettivo che nel confronto-scontro fra le tre civiltà confinanti : quella ex-comunista, quella islamica e quella capitalistico-borghese-liberale, quest’ultima si è dimostrata più efficiente e più efficace
Gaetano Salvemini
Ha scritto Bertrand Russell: “Quando parlano gli italiani colti mi capita spesso di non capire. Salvemini non deve essere colto, perché quello che dice lui lo capisco, e quello che pensa lo penserei anch’io”. E’ una considerazione molto bella; bella e veritiera perché, veramente, pochissimi altri come Salvemini furono convinti che “chiarezza nell’espressione è probità nel pensiero e nell’azione”. C’è di più, però. C’è che l’esigenza della chiarezza, l’abominio dei guazzabugli filosofici (specie di quelli in cui si profondavano i guasconi dell’idealismo), il gusto e quasi diremmo la voluttà delle distinzioni, tutto, tutto veniva a Salvemini per la diritta via del suo credo democratico. “Io – confidò in uno scritto – mi mettevo dal punto di vista di un operaio, magari d
Possibile che la vecchia guardia del Pd sia in un tale stato di delirio da confondere l’ennesimo tonfo elettorale per un trionfo?
Continuano gli scontri, senza esclusione di colpi, per la conquista della guida del Partito. Veramente non si rendono conto che, di questo passo, fra qualche anno il Partito si dissolverà. Impossibile? Agli scettici ottimisti si ricorda che solo qualche tempo fa l’ex Pci poteva contare sullo “ zoccolo duro” del 27%.
Forse una spiegazione c’è: ai leaders del Pd non interessa il futuro del Partito quanto la conservazione e la gestione del loro potere personale. In altri termini: l’affermazione del Partito con il proprio progetto politico non è il fine da perseguire, bensì il mezzo per fare i propri affari o, nel migliore dei casi, per perpetuare il pers
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