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Lo stato totalitario e lo stato liberale: due modelli antitetici

La realizzazione del progetto illiberale, in qualunque forma autocratica possa manifestarsi: da quella dittatoriale a quella totalitaria, è affidata sempre allo stato. In proposito rileggiamo il seguente brano, redatto da Hegel, una pagina assai famosa che ha ispirato le elaborazioni marxiane e che è stato puntualmente indicato come giustificazione dei regimi dittatoriali del Ventesimo secolo:

<< Lo Stato, in sé e per sé, – scrive Hegel – è la totalità etica, la realizzazione della libertà; ed è finalità assoluta della ragione, che la libertà sia reale. Lo Stato è lo Spirito che sta nel mondo, e si realizza nel medesimo con coscienza, (…) Solamente in quanto esistente nella coscienza, in quanto consapevole di sé stesso, come oggetto che esiste, esso è lo Stato. Nella libertà non deve procedersi dall’individualità, dall’autocoscienza singola, ma soltanto dall’essenza dell’autocoscienza; poiché, ne possa essere consapevole o meno l’uomo, quest’essenza si realizza come potere autonomo, nel quale i singoli individui sono soltanto momenti. L’ingresso di Dio nel mondo è lo Stato; il suo fondamento è la potenza della ragione che si realizza come volontà >>.

Nella concezione hegeliana, quindi, il cittadino esiste esclusivamente in quanto membro dello Stato, l’individualità non può esistere. Viceversa il nucleo fondante della dottrina liberale attribuisce il valore primario all’individuo in quanto titolare di una serie di diritti inviolabili. L’individuo liberale gode di una sfera di autonomia nei confronti dello Stato, e di questo deve controllarne e giudicarne l’operato. << Il presupposto filosofico dello stato liberale, inteso come stato limitato proprio in quanto contrapposto allo stato assoluto, – come ricorda il magistero di Norberto Bobbio – è la dottrina dei diritti dell’uomo elaborata dalla scuola del diritto naturale ( o giusnaturalismo): la dottrina, secondo cui l’uomo, tutti gli uomini indiscriminatamente, hanno per natura, e quindi indipendentemente dalla loro volontà, tanto più dalla volontà di pochi o di uno solo, alcuni diritti fondamentali, come il diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza, alla felicità, che lo stato, o più concretamente coloro che in un determinato momento storico detengono il potere legittimo di esercitare la forza per ottenere l’ubbidienza ai loro comandi, debbono rispettare non invadendoli e garantire nei riguardi di ogni possibile invasione da parte degli altri >>.

Dalla lettura dei brani proposti risulta evidente che il progetto totalitario affida allo Stato il potere di decidere della vita e della morte nei confronti dei singoli sudditi, mentre il liberalismo esprime una dottrina dello Stato limitato sia rispetto ai suoi poteri sia rispetto alle sue funzioni. La nozione corrente che serve a rappresentare il primo è detta Stato di diritto; la nozione corrente per rappresentare il secondo è detta lo Stato minimo.

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