
Tutti i candidati urlano le loro promesse elettorali.
Candidati grillini e leghisti urlano le loro promesse: << Fuori gli immigrati dall’Italia!>>, << Fuori l’Italia dall’euro!>>. Certo sono consapevoli che il ritorno alla lira sarebbe una sciagura per i piccoli risparmiatori, per i pensionati, per i piccoli imprenditori e per tutta la povera gente ma continuano a promettere un demagogico ed inutile referendum. Alimentano un devastante risentimento collettivo antieuropeista per una manciata di voti.
Candidati renziani e alfaniani promettono soldi agli indigenti, tagli alla casta e tagli alle tasse. Promettono un po’ di giustizia sociale, peraltro già dovuta, per una manciata di voti.
Candidati berlusconiani denunciano complotti comunisti e promettono la ri-contrattazione degli accordi economici per l’eurozona. Dopo l’abolizione dell’IMU, promettono l’aumento delle minime per pensionati e casalinghe. Ancora promesse di una manciata di soldi per una manciata di voti. Intanto viene da chiedersi : << Perché tutte queste cose non sono state fatte quando erano al governo?>>.
Dimenticavo: tutti i candidati di tutti i partiti promettono una qualche forma di reddito di cittadinanza per coloro che non hanno alcun reddito. Ancora una volta la promessa di una manciata di soldi per una manciata di voti.
Promesse elettorali niente altro che promesse elettorali impossibili da mantenere.
Promesse che non saranno mantenute con la stessa giustificazione valida da sempre e per tutti i candidati eletti: non aver conquistato la maggioranza assoluta.
Ormai sono anni che il ritornello è sempre lo stesso da parte dei leaders che si alternano alla guida del Paese: << Non possiamo realizzare le riforme promesse perché le lungaggini parlamentari, le complicazioni procedurali-legislative e l’azione delle opposizioni non lo consentono. Detto in altri termini, essi ci spiegano che: la democrazia con i suoi contrappesi istituzionali è un ostacolo che andrebbe rimosso per consentire la governabilità del Paese. Infatti, essi sostengono che: solamente la maggioranza assoluta ad una sola formazione politica consentirebbe ad un unico governante di prendere le sue decisioni in un parlamento senza opposizioni.
Quindi la responsabilità dello sfascio in cui versa il nostro Paese non è da attribuire all’evasione fiscale generalizzata, alla corruzione capillare ed inarrestabile, alla continua minaccia di trame eversive, alle connivenze diffuse con la criminalità organizzata, all’ingombrante presenza di un clero contro-riformistico. Bensì la responsabilità dello sfascio in cui versa il nostro Paese dipenderebbe, secondo gli eletti, dal fatto che noi elettori ci rifiutiamo di conferire la maggioranza assoluta ad una singola formazione politica ed al suo leader, cioè: la colpa è nostra che ci rifiutiamo di eleggere un dittatore.
Siamo giunti al punto in cui il rifiuto di una dittatura da parte di noi governati costituisce l’alibi per giustificare l’inettitudine dei nostri governanti.
Ludovico Martello