Brexit e Moloch

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Un astronauta, guardando la terra da una stazione spaziale, ha esclamato: << Non esistono confini!>>. I biologi, dopo aver accuratamente scrutato il fondo delle loro provette, hanno concluso: << Non ci sono razze!>>. Né confini, né razze, né patrie, né popoli.

Siamo solamente individui. Siamo singoli frammenti caleidoscopici, che nel breve tempo a noi  concesso dalle leggi della natura, dovremmo contribuire a formare quella multiforme e cangiante composizione chiamata umanità. E cooperare, con le nostre singole azioni, all’emancipazione dal dolore, a quel processo millenario che chiamiamo progresso.  

A volte, abbastanza raramente in verità, riusciamo in questa impresa. Abitualmente, nel corso degli eventi storici, ci aggreghiamo in megaorganismi organicistici. Spesso, rinunciamo alla nostra individualità e, come cellule cancerogene che generano neoplasie, ci alieniamo in organizzazioni   totalitazzanti.

Corrotti da una fede o da una ideologia, in nome della Patria, della Razza, della Storia o di un Dio ci eleggiamo a carnefici e ci scagliamo contro l’altro per sottomettere, umiliare ed infine uccidere. Periodicamente produciamo metastasi che devastano il corpo dell’umanità.   

E dopo l’orgia sanguinaria e devastatrice,  finalmente consapevoli delle nostre colpe, ci scusiamo  affermando che eravamo in uno stato di inconsapevolezza o che ubbidivamo agli ordini derivanti da una ignota catena di comando, confessando, così, di aver ucciso, prima dell’altro, la nostra individualità. Di aver negato, umiliato educciso, in ognuno, il proprio frammento di umanità.  

Io non sono un’economista. Non riesco ad immaginare le conseguenze dell’uscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea. Non capisco niente di politiche monetarie, di spread e di tassi di crescita. Certo sono consapevole degli effetti della furia devastatrice del neoliberismo che ha trasformato il processo di unificazione europeo in una sorta di macelleria dei diritti sociali.     

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E’ evidente che la rivoluzione permanente del capitalismo ha mondializzato il proprio modo di produzione e ha ridefinito i rapporti di produzione a proprio esclusivo vantaggio. Ritengo tutto ciò eticamente inaccettabile. Penso che sia ineludibile rifondare le tutele giuridiche dei diritti sociali: garantire a tutti il godimento di decenti livelli di istruzione, di sanità, di reddito.

Questi sono valori irrinunciabili per una convivenza civile. E, come tali, vanno tutelati. Dubito, però, che mandare in frantumi il processo di unificazione europeo, per seguire le deliranti utopie populistiche della nuova destra xenofoba o della solita sinistra utopista, rappresenti la migliore delle soluzioni per ricontrattare il compromesso socialdemocratico fra Stato e Mercato.   

Sono circa settant’anni che il nazionalismo omicida   nazifascista ha smesso di insanguinare l’Europa. Meno di cinquanta anni che i cingolati comunisti hanno smesso di scorrazzare per i Paesi dell’Est europeo. Poco più di vent’anni dalle ultime pulizie etniche nelle terre della ex-Iugoslavia. Molti hanno già dimenticato tutto questo.

Altri si sono illusi che i Moloch sanguinari fossero, ormai, svaniti nei gorghi della Storia. Niente affatto!  Non erano scomparsi. Si erano solamente assopiti ed ora qualcuno sta provando a risvegliarli.   Gli uomini deboli e spaventati invocano e ridanno vita ai Moloch sanguinari per divorare l’Altro e lasciarsi divorare.

Ludovico Martello