Se si pensa alla febbre spagnola, del 1919 con almeno 30 milioni di morti, e a tutte le epidemie precedenti…. beh! potremmo anche vivere questa pandemia senza modificare di molto le nostre esistenze. Come è sempre successo nel passato in casi analoghi: rassegnati ad una ignota volontà superiore.

Diversamente oggi non è più possibile per tre motivi.

Il primo motivo: non esiste più la credenza in una volontà superiore.

 Secondo motivo: la Rete e le televisioni hanno ridotto il pianeta ad un “villaggio globale” dove tutti discutono di tutto, e le incessanti trasmissioni hanno spettacolarizzato il fenomeno pandemico, facendone una fonte di marketing, trasformando noi tutti in protagonisti, spettatori e consumatori dei prodotti consigliati dagli intermezzi pubblicitari per lenire le nostre angosce.

Terzo motivo: non accettiamo più la morte con la antica rassegnazione naturalistica. Il rifiuto della morte è diventato una sorta di sfida e lottiamo con tutte le forze, con l’ausilio della scienza,  per vivere anche un solo minuto in più.

È così siamo tutti coinvolti in una sorta di show mondiale… Un panshow mediatico interattivo in cui siamo tutti protagonisti con le nostre emozioni e le nostre paure …

E catturati da questa nuova forma di pandemia videoinformatica sarà difficile uscire dalla Rete come da una tossico-dipendenza dolorosa.

Di questo passo saremo condannati, in un futuro prossimo, ad altre nuove forme di partecipazione individuale ad alienanti riti collettivi mondiali. È probabile che, in futuro, i mezzi di comunicazione ci informeranno quotidianamente su quanti umani al mondo muoiono per incidenti stradali, e ognuno potrà essere contento di essere ancora vivo almeno un altro giorno, oppure trasmetteranno il numero dei suicidi al mondo, aggiornati minuto per minuto, in tempo reale, mentre ognuno, ascoltando, sarà fiero di aver scelto la vita, almeno per un altro istante fino al successivo comunicato dei canali televisivi o dei social.

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Speriamo che non avvenga, speriamo che la morte, anche la morte di ogni umano non si trasformi in un dato di un algoritmo quotidiano per l’allestimento di un talk show con alto indice di ascolti da infarcire di pubblicità!

Intanto ci lamentiamo come bambini capricciosi e viziati per le perdute libertà incuranti di chi non ce la fa a vivere.

Speriamo che la politica torni a governare e non sia governata dai sondaggi elettorali!

I governanti scelgano una rotta per uscire dalla tempesta e tengano saldo il timone senza cercare il consenso di tutti su tutto. Prima che la barca diventi ingovernabile e l’equipaggio preda del caos!

Ludovico Martello