Verso un equilibrio disallineato
Enzo Nucci racconta l’Africa e non solo… I conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese sono solo una piccola parte di uno sciame di guerre permanenti.
Hanno lentamente e inesorabilmente incrinato il vecchio ordine bipolare fondato sui due ideal-tipi di Occidente e Oriente.
Enzo Nucci racconta l’Africa e non solo… per darci una prospettiva più ampia su questi temi globali.
La Complessità dell’Ordine Internazionale
L’odierna situazione politica internazionale appare molto più complessa.
Chi è in cerca di una guida chiara e scevra da nevrasteniche posizioni eurocentriche consigliamo l’ultimo lavoro di Enzo Nucci (Africa contesa. La risposta del continente all’assalto delle superpotenze, edizioni Infinito, Monocalzati 2024, pp. 99).
Nucci, giornalista e saggista che oggi vive a Nairobi dove dirige l’ufficio per i servizi giornalistici radiofonici e televisivi dai paesi del continente africano con esclusione dell’Egitto e dei paesi del Maghreb.
Il Nuovissimo Grande Gioco
Nucci afferma che gli scontri armati che, in particolare, falcidiano l’Africa «sono i dolorosi tasselli di quello che potremmo definire il “Nuovissimo Grande Gioco”, ovvero l’evoluzione in formato 3.0 del Grande Gioco reso celebre dal romanzo Kim di Rudyard Kipling».
Evoluzione del Grande Gioco
«Se nelle due versioni precedenti – spiega Nucci – Regno Unito, Stati Uniti e Russia […] erano i soli protagonisti in competizioni per assicurarsi il controllo dell’Asia Centrale e poi delle repubbliche ex sovietiche.
Oggi il palcoscenico di attori, comprimari e comparse è cresciuto a dismisura (così come si ampliata la scacchiera) rendendo più complessa la messa in scena e incerto l’esito finale» (pp. 39-41).
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Qual Africa?
L’Originalità del Libro di Nucci
L’originalità del libro di Nucci si manifesta nel sottotitolo: La risposta del continente all’assalto delle superpotenze.
Scartato il paradigma di un’Africa terra di conquista e preda di interessi stranieri, Nucci sottolinea come in una «competizione per accaparrarsi il banco e dare le carte», «l’Africa è oggi consapevole che può fare da corteggiata croupier» (p. 27).
La Complessità del Continente Africano
Ma parlare di Africa come di un monolite può apparire fuorviante.
Nonostante gli sforzi encomiabili dell’African Development Bank (AfDB) e dell’Unione Africana (UA) di rappresentare agli incontri internazionali un continente abbastanza coeso.
E’ preferibile «tener presente che parliamo di un continente che procede a strappi e a macchia di leopardo, un continuo alternarsi di impetuose accelerazioni e brusche frenate su un percorso accidentato e frastagliato» (p. 21).
Diversità e Traiettorie degli Stati Africani
Dunque, quando si parla di Africa, di solito ci si riferisce ai 54 Stati che la compongono, con le loro diverse traiettorie storiche e interessi politici.
Organizzazioni Continentali e Regionali
Vicino agli Stati poi si trovano anche le organizzazioni continentali e regionali che alternano lampi di fulgore a momenti di letargo.
Basti pensare alle ondivaghe fortune dell’ECOWAS.
L’organizzazione economica che unisce i paesi dell’Africa occidentale, a cui fanno da contraltare le posizioni altalenanti dell’Alleanza degli Stati del Sahel.
Istituzione nata nel settembre 2023 dall’accordo tra i tre governi golpisti di Mali, Niger e Burkina Faso.
La strategia degli Stati africani
In un mondo alla ricerca affannosa di un nuovo e precario equilibrio, forse l’atteggiamento più saggio sarebbe quello di accettare l’assurdità di una natura umana violenta, bestiale e affascinante.
La Strategia del Multi-Allineamento nel Global South
Senza aderire a modelli istituzionali e valoriali astratti gli Stati africani, o più in generale quelli del Global South, applicano una strategia diplomatica di multi-allineamento.
Emancipazione e Sfruttamento delle Risorse
Come scrive Nucci il multi-allineamento si traduce nella «volontà dei paesi africani di emanciparsi rispetto alle alleanza tradizionali, contando sulle proprie risorse, sfruttando al meglio la geopolitica in evoluzione […] e la frantumazione degli equilibri mondiali» (p. 16).
Partnership Multidimensionali
Gli Stati africani così tendono alla creazione di una varietà di partnership multidimensionali, non esclusive e rette a soddisfare interessi e aspirazioni variabili a seconda degli interessi in campo e del contesto geopolitico.
Accordi Politici e Commerciali
Insomma, senza appartenenza a nessun presunto blocco, i governanti africani vogliono stringere accordi politici e commerciali con tutti: dagli Stati Uniti alla Cina, dalla Russia all’Unione Europea.
Ampliamento della Platea di Partner
In questo modo per loro si tratta anche di uno strumento per allargare la platea alle potenze emergenti quali l’India, la Turchia, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti (EUA).
Cercasi di leadership
È davvero sufficiente la strategia del multi-allineamento? Di sicuro il multi-allineamento risponde ad esigenze di realpolitik ma cinquantaquattro diverse strategie, nel lungo periodo, rischiano di indebolire il continente che deve fare i conti con una serie di criticità interne.
Un giusto equilibrio tra transizione ecologica e sviluppo industriale da combustibile fossile;
rafforzamento delle istituzioni democratiche e tutela dei diritti civili;
lotta al terrorismo jihadista e prevenzione della carestia che rischia di abbattersi sul Sudan il prossimo anno sono solo alcune delle sfide africane.
Ruolo dell’Unione Africana
Secondo Nucci, «l’Unione Africana (UA) potrebbe svolgere una funzione propositiva nella creazione di un’agenda politica in grado di affrontare queste sfide senza sottovalutare le criticità presenti proprio al suo interno» (pp. 87-88).
Sebbene nel 2023 l’UA abbia ricevuto due importanti endorsements internazionali, divenendo membro permanente del G20 e ricevendo dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il finanziamento per le operazioni di pace di cui è alla guida.
Il 2024 ad oggi non ha portato i risultati sperati soprattutto in tema di riforma delle Istituzioni Finanziare Internazionali (IFI).
Percezione dei Giovani Africani e Critiche Occidentali
Dai giovani africani l’UA viene percepita come un club legittimante dello status quo.
È preoccupante il silenzio (anche occidentale) che aleggia sulle elezioni in Togo.
Il presidente Fauré Gnassingbé, figlio del precedente presidente Gnassingbé Eyadéma, ha superato il divieto del terzo mandato.
Ha beneficiato di una riforma costituzionale che ha modificato la forma di governo da presidenziale a parlamentare nel giro di una notte.
Oppure in Ciad dove è stato eletto con percentuali bulgare Mahamat Déby Itno, nominato presidente ad interim nel 2022 per sostituire il padre, il generale Idriss Deby Itno, morto a seguito di ferite riportate in battaglia e che aveva conservato il potere dal 1990, anno del colpo di Stato.
Democrazie Ereditarie e Richiamo alla Carta Africana
Democrazie ereditarie o regni democratici come in Uganda e in Ruanda, altra regione critica dal punto di vista securitario.
Nucci invoca un richiamo diretto alla Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli, di cui potrebbe servirsi l’UA per richiedere il rispetto delle forme democratiche.
La Necessità di Leadership
Le nobili invocazioni sono segni sull’acqua e l’UA, se davvero intende svolgere il ruolo di voce del continente e giocare un ruolo da protagonista nelle vicende globali, necessita di leadership che al momento latita.
E latita non solo in Africa.